• 8 September 2024
Piattaforme immersive

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Facciamo il punto (un pò futuristico) sulla convergenza possibile tra piattaforme immersive. Con questo concetto ci riferiamo all’integrazione di realtà virtuale (VR), aumentata (AR), e mista (MR), con lo scopo di sviluppare e strutturare esperienze che possano essere per gli utenti, sempre più realistiche. Aspetto fondamentale di questa convergenza è l’interoperabilità nel Metaverso. Abbiamo già scritto diversi articoli su questo argomento, che riteniamo essere molto importante per il futuro del mondo immersivo. L’obiettivo a cui ci si riferisce è quello di poter trasferire oggetti virtuali (vestiti, automobili, forme d’arte) da una piattaforma all’altra. In questo caso un ruolo fondamentale lo avrà la linea dell’ubiquitous computing (così come il cloud computing), e il contributo naturalmente, dell’intelligenza artificiale (AI) all’interno di questo contesto.

Interoperabilità nel Metaverso

Un elemento centrale per la realizzazione di un Metaverso funzionale abbiamo detto quindi che è rappresentato dalla possibilità di poter fare riferimento ad una interoperabilità. In un mondo virtuale interoperabile vuole quindi espressamente rappresentare la possibilità di poter trasferire oggetti virtuali tra diverse piattaforme senza perdere le caratteristiche e le funzionalità di tali oggetti. Non è solo l’esperienza dell’utente che però ne esce arricchita (e d i molto anche), ma ne scaturisce una vera e propria promozione dell’economia virtuale che diventa così più dinamica e aperta. Immaginare di acquistare un vestito virtuale in una piattaforma e utilizzarlo in un’altra, o di trasferire una macchina virtuale da un gioco a un altro, diventa così possibile grazie a standard condivisi e a tecnologie interoperabili.

La virtualità a cui stiamo facendo riferimento nasce così dalla convergenza di due modelli fondamentali della computer science: l’ubiquitous computing e il cloud computing. L’ubiquitous computing, (o computazione pervasiva), si riferisce alla presenza costante e integrata del digitale nella vita quotidiana, grazie allo sviluppo di dispositivi mobili e sensori intelligenti. E questo ormai lo sappiamo tutti. Il cloud computing, offre invece accesso illimitato ai dati e ai servizi attraverso Internet. Questi due paradigmi insieme sono le dinamiche tecnologiche che permettono la creazione di ambienti virtuali che siano accessibili sempre e ovunque, fornendo le fondamenta per esperienze immersive continue e senza interruzioni. Possibile? Sì, possibile.

Intelligenza artificiale e piattaforme immersive

Le tecnologie legate all’implementazione dell’AI possono migliorare davvero di molto le esperienze degli utenti attraverso un’idonea personalizzazione, un’analisi dei dati e l’interazione naturale che si viene a creare con l’ambiente virtuale di riferimento. In questo caso algoritmi di machine learning danno il via ad uno studio continuo e ripetuto delle preferenze e dei comportamenti degli utenti. Questo, per fare in modo che la parte emotiva esperienziale abbia non solo un punto o uno snodo fondamentali, ma che questi siano l’input per una misurazione esatta di ciò di cui si ha bisogno mentre si vive in modalità virtuale. Anche i sistemi di riconoscimento vocale e visivo danno in questo caso il loro contributo, facendo in modo che le interazioni più naturali e intuitive diventino una prassi. E’ ormai l’AI può facilitare l’interoperabilità nel Metaverso, gestendo la traduzione e l’adattamento degli oggetti virtuali tra diverse piattaforme

Ubiquitous computing e quotidianità

Attualmente, dispositivi come smartphone, smartwatch e assistenti vocali rappresentano i primi passi verso un’Ubiquitous computing pienamente integrato. Il futuro di questa tecnologia vede l’evoluzione verso device ancora più leggeri e meno invasivi, come occhiali intelligenti, abbigliamento con sensori integrati e dispositivi impiantabili. Questi nuovi strumenti non solo miglioreranno la qualità della nostra vita, rendendo il digitale una presenza costante e naturale, ma permetteranno anche una maggiore interconnessione tra il mondo fisico e quello virtuale. Questo livello di integrazione richiede però maggiori progressi sia nella miniaturizzazione della tecnologia che nella gestione dei dati, affinché questi dispositivi siano finalmente accessibili a tutti.

Via libera allora alla ricerca continua di dimensioni tecnologiche che “aumentino” la nostra mente e semplifichino le nostre vite, senza però toglierci la via della sperimentazione continua. E naturalmente la capacità innata che abbiamo di commettere progressivamente errori (per fortuna).