- Home
- Senza categoria
- Il Metaverso e le nuove profes ...
Indice
Professioni e Metaverso. Metaverso e professioni. Dovremmo iniziare a ripeterlo cpome un mantra di evoluzione sociale. È arrivato il momento di provare ad aprire i vostri occhi in uno spazio tutto nuovo e virtuale, dove le pareti del vostro ufficio si dissolvono, lasciando il posto ad un ambiente senza confini, dove la creatività e la collaborazione fluiscono naturalmente come l’acqua di un ruscello. Bello come inizio vero? È questa la realtà che stanno vivendo già da due anni, i dipendenti di Accenture, dove oltre 150.000 professionisti hanno già abbracciato il loro Nth Floor, uno spazio virtuale che ha completamente ridisegnato il concetto stesso di luogo di lavoro. Perché fare l’intro di un articolo con una notizia che riguarda già un tempo trascorso? Semplice, per sottolineare come il Metaverso sia una realtà accessibile, ben strutturata ed efficiente già da diverso tempo. E, aggiungerei, di come si continui a non conoscerne bene le potenzialità. Qual è il limite? Dov’è l’inghippo? E perché non siamo ancora completamente tutti immersi in una nuova possibilità di connessione professionale?
La magia degli spazi virtuali
Prima di tutto manca molto l’informazione a 360 gradi e poi la formazione, punto più importante. Eppure, facendo un giretto in uno di questi mondi appare subito chiara la modalità di utilizzo e partecipazione. Negli ambienti immersivi, se pensiamo alla dimensione professionale, i colleghi si possono incontrare come avatar personalizzati, condividendo idee attraverso lavagne virtuali infinite e partecipando a sessioni di brainstorming che sembrano uscite da un film di fantascienza, e che sono sorprendentemente naturali e intuitive. Ho preso come spunto l’esperienza di Accenture perché si presenta come un chiaro esempio di come il Metaverso non sia solo una tecnologia, ma un nuovo modo di concepire le relazioni professionali, dove la distanza fisica diventa davvero irrilevante di fronte alla potenza della presenza virtuale.
Evoluzione e networking
Quello che accade nel Metaverso è quotidianamente una vera rivoluzione. Molti pensano che sia obbligatorio indossare un visore per poter essere connessi appieno in un ambiente virtuale. Certo, fa molto la differenza (provare per credere), ma questo non toglie la possibilità di avere un’esperienza virtuale di alto livello, anche da un semplice computer. Ci sono Metaversi oggi che permettono una risoluzione di immagine e conversazione audio (nonché di movimento) talmente fluida e realistica da poter intessere vere connessioni professionali con un esito molto positivo di networking. E non conoscendo bene questa realtà tecnologica la maggior parte delle persone, di conseguenza, non sa che da quando c’è l’AI le cose sono cambiate di molto in modalità VR. Creare un evento nel Metaverso vuol dire essere in grado di dare agli utenti connessi e immersi tantissimi strumenti, dalla traduzione simultanea della lingua parlata in conversazione, fino alla consultazione di documenti aggiornati in 3D con approfondimenti in tempo reale. E tutto questo nasce dall’unione di intelligenza artificiale e mondo immersivo.
L’accessibilità come chiave del successo
La storia di successo di Nvidia con il suo Omniverse è emblematica. L’accessibilità cross-platform si pone infatti come una nuova democratizzazione in fatto di Metaverso. L’azienda ricordiamo, ha sviluppato un ecosistema che permette ai designer di collaborare su progetti 3D complessi sia attraverso visori VR che tramite normali PC desktop. Un case study particolarmente illuminante è quello della progettazione di un eco-quartiere a Dubai. Il team di architetti ha gestito quasi sempre tutto in modalità remota e attraverso dei semplici laptop. Questa flessibilità ha permesso di coinvolgere professionisti da tutto il mondo, alcuni con accesso a tecnologie avanzate, altri con strumenti più basilari. Esempi come questo dimostrano come l’inclusività tecnologica sia ormai divenuta fondamentale per il successo del Metaverso professionale.
Il networking che abbatte le barriere
L’esperienza della Milan Digital Week nel Metaverso ha riscritto le regole degli eventi di networking professionale. Quest’anno, oltre 25.000 partecipanti hanno vissuto un’esperienza che ha fuso perfettamente elementi fisici e digitali. Gli spazi virtuali, progettati per rievocare l’atmosfera dei navigli milanesi, hanno ospitato incontri spontanei tra imprenditori, sviluppatori e creativi. Persone sotto forma di avatar mentre passeggiavano virtualmente lungo una ricostruzione della Darsena, hanno discusso di opportunità di investimento con la stessa naturalezza di un incontro reale, ma con possibilità che la realtà fisica non avrebbe mai permesso. Questo è uno dei tanti esempi che vorrei riportare in questo articolo, perché seppur si continuino ad organizzare eventi, convegni e opportunità di scambi professionali all’interno di spazi immersivi, non è ancora scattato per noi italiani (ma forse anche nel resto d’Europa), quel quid in più che potrebbe fare la differenza in molti settori.
Prospettive e visioni per il domani
L’Osservatorio del Politecnico di Milano sulla Digital Innovation ha condotto uno studio approfondito sulle applicazioni del Metaverso in ambito professionale, coinvolgendo oltre 500 aziende italiane. I risultati sono molto indicativi ed interessanti. Il 67% delle imprese che hanno adottato soluzioni di ambienti immersivi, ha registrato un aumento della produttività, mentre il 78% ha notato un miglioramento significativo nel benessere dei dipendenti e nella qualità delle interazioni professionali. Questi dati non sono solo numeri: raccontano storie di persone che hanno scoperto nuovi modi di lavorare, collaborare e crescere professionalmente. Nel Metaverso non stiamo semplicemente creando nuovi spazi virtuali, ma stiamo dando dei nuovi spunti di significato a quella che è la connessione umana in ambito professionale. È un futuro dove la tecnologia non sostituisce l’umanità (lo diciamo sempre) ma la amplifica, creando possibilità infinite per la crescita, la collaborazione e l’innovazione. E questo futuro non è una lontana utopia: è già qui, si sta sviluppando sotto i nostri occhi, un avatar alla volta, una connessione alla volta, una storia di successo alla volta.