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Ci sono persone che stimo e persone che vado invece solo ad ascoltare, poi il mio cervello fa il resto, un po’ come tutti. Questa volta la scena nella mia mente è occupata da un paio di personaggi, Bill Gates e Elon Musk.
I “ragazzi” del futuro
Nel 1977 David Lynch diresse (in un arco di tempo importante) il suo primo lungometraggio. Il titolo era tutto un programma, Eraserhead. La mente che cancella. Fu per me all’università materia d’esame e mi lasciò profondamente scossa dalla genialità delle riprese. Sì, quel regista ha sempre avuto qualcosa di geniale, soprattutto nel vedere il futuro. Solo che in questo caso, il collegamento mi viene facile se penso al destino della povera testa del personaggio principale. E questo perchè riflettevo su quello che ha detto Gates durante la conferenza sul clima, riguardo alle criptovalute e in particolare gli NFT. E io sono stranamente d’accordo con lui. Non che voglia affossare l’idea di investimento in questi token “diciamo” intelligenti, ma la definizione che ha dato della massa che gli sta dietro e intorno mi è piaciuta.
Le scimmie annoiate che invadono il mondo
Anche io credo che si debba dare la giusta importanza a questa innovazione tecnologica, ma sempre all’interno di un piano legato ad una vera produttività. Il co-fondatore di Microsoft ha tracciato una linea netta di separazione tra gli investimenti intelligenti che fanno bene al mondo, e quelli invece che riflettono la stupidità umana. Se l’è presa con le povere scimmie annoiate (Bored Apes) che hanno fatto diventare ricchissimi (questo lo dico io) un gruppetto di furbacchioni che poi hanno steso una vera e propria rete per i polli globali. E qui potremmo parlare all’infinito della vera sostanza di uno smart contract, visto come rivoluzione algoritmica e non solo come immagini digitali “comunque” riproducibili.
Gates è stato molto chiaro:
“Sono abituato alle classi di attività, come una fattoria dove hanno produzione, o come un’azienda in cui producono prodotti”, ha detto.
E tutto questo mentre Bitcoin sta scendendo sotto i 23.000 dollari, con una perdita di circa il 25% del suo valore. Il caro Bill ha definito gli asset digitali come una specifica classe di attività basata sulla certezza che “sicuramente qualcun altro pagherà più di me per questo”. E cosa accade allora quando non si trovano i polli che vanno al rialzo?
Elon Musk e l’NFT di famiglia
Come dicevo sono due i personaggi che oggi vagano nella mia mente. Come non pensare al povero Musk? Con tutta questa innovazione quasi lunare (lo spazio lo attende) e come creatore di una vera e propria rivoluzione, si sarebbe mai aspettato di essere rinnegato dal figlio? Niente più collegamenti con la dimensione paterna e voglia di cambiare sesso e nome. Si chiamerà Vivian, se tutto va bene, il figlio dell’eclettico genio sudafricano, uno dei sette, ha preso la sua decisione. Xavier Musk, a breve, ha fatto sapere, in vista del suo diciottesimo compleanno inizierà il suo lungo cammino per diventare Vivian Jenna Wilson. Con il padre, fondatore di Tesla, nessun rapporto o collegamento futuri. Tutto questo mi fa pensare. Certo, ognuno fa quello che vuole con il proprio corpo, ma è sul taglio netto al cordone familiare che mi sono soffermata. Non che le scimmie annoiate abbiamo avuto un effetto particolare sul mio umore, ma lo stupore è grande. Cosa fanno questi grandi uomini che sembrano gestire l’universo economico del mondo per avere figli che gli negano qualunque evidenza di legame familiare? In cosa non hanno saputo investire? Forse Bill dovrebbe prendersi da parte Musk e dirgli che dopotutto anche se Bitcoin sale o scende, l’umanità non sarà sicuramente progredita per quello. E forse ci dovrebbe essere maggior chiarezza su cosa sia realmente valido e legato ad un’etica dei valori e cosa invece no.
NFT, criptovalute e voglia di vivere
Il mercato sta cambiando. Le nuove tecnologie e la decentralizzazione legata alla blockchain stanno tracciando un percorso importante. Credo e ritengo sia giusto dare il valore che meritano a tutte quelle innovazioni che semplificano e ampliano l’offerta di un prodotto. Che ben vengano gli NFT se aiutano l’arte realmente. Che ben vengano le criptovalute se possono fare da ponte a progetti che aiutino le persone. E se questo vorrà dire combattere l’inflazione o creare una scelta alternativa legata al metaverso con tutte le sue innovazioni, io sono puramente favorevole. Lì dove però manca la struttura del raziocinio e della lucidità, qualcosa credo sia destinato a non tornare. Meglio un figlio in più che un centinaio di token in meno.