Nonostante si parli di una definitiva democratizzazione e di un accesso paritario con l’impiego delle nuove tecnologie all’interno del Metaverso, ancora continua una certa discriminazione di genere. Ci vengono in aiuto gli NFT.
Donne e Non Fungible Token
Nel mercato degli NFT, le opere digitali che i collezionisti acquistano pagando in crypto tramite un processo che conferma l’unicità del contenuto sono a firma, ancora troppo spesso, maschile.
Il primo dato evidente è che, ad oggi, le donne artiste che fanno NFT sono poche e difficilmente riescono a scalare la classifica delle vendite. Questo dato viene riportato dalla società di ricerca ArtTactic che ci spiega che il 55% delle vendite viene generato da soli 16 artisti. Globalmente, le donne rappresentano il 16% degli attori. Il risultato deriva dall’analisi della sola piattaforma Nifty Gatewayche resta però uno dei siti più utilizzati nel discorso Crypto. Il mercato dell’arte digitale è stato dominato sin dall’inizio da uomini: lo statunitense Beeple e il canadese Mad Dog Jones. In cima c’è anche un artista di nome Pak, conosciuto per aver lanciato la sua X collection ma su di lui/lei non sappiamo assolutamente nulla. Ci è estraneo/a per nazionalità, sesso ed età.
L’unica donna entrata recentemente nella top ten delle vendite è la musicista Grimes – pseudonimo di Claire Elise Bouche -, le cui opere hanno un valore di 8,9 milioni di dollari. Cifre comunque di molto inferiori rispetto a quelle dei colleghi maschi. Le donne sembrano però avere una certa presa sulle vendite one shot. A marzo 2020 è stata Krista Kim a vendere su SuperRare, poi Mars House, la prima casa digitale NFT. Così come è stata Zoë Roth – la ragazza del meme Disaster girls – a riscuotere la vendita della sua foto virale, incassando ben 500 mila USD.
Disparità e NFT
Il problema non riguarda solo quegli artisti che riescono a vendere, ma anche i contenuti che portano con sé messaggi discriminatori e sessisti, colmi di soggetti femminili pornificati e umiliati. Basta un giro veloce su piattaforme come Rarible per rendersi conto di come la sessualizzazione del corpo femminile sia un tema ricorrente dei token. Come se non bastasse, si trovano spesso foto pornografiche tokenizzate.
Questo tipo di messaggio è presente anche in maniera subliminale: ad esempio nel collage digitale da record di Beeple, venduto su Christie’s per ben 69,3 milioni di dollari. Se ci si sofferma a guardare i 5 mila disegni, ci si accorge di tasselli razzisti, misogini e omofobi. Lo stesso autore lo ha ammesso scusandosi ma sottolineando in un’intervista che “lì dentro ci sono tonnellate di spazzatura”.
Discriminazioni territoriali
Fino a oggi il mercato NFT è stato dominato da maschi bianchi, millenial e abitanti soprattutto nel nord del mondo sempre stando ai report di ArtTactic. Sono in atto però ipotesi di collaborazioni o collettivi (che al momento producono un quarto delle vendite) esclusivamente femminili.
Un esempio: per dare luce al mondo femminile, a marzo 2021 l’artista Michelle Pred, con le colleghe Bud Snow e Wildcat Ebony Brown, ha celebrato la Giornata internazionale della donna con il lancio di un NFT dedicato. L’obiettivo del trio di donne era, di base, fare modo che il mondo femminile non perdesse l’opportunità di entrare nel mercato emergente.
Le collaborazioni possono rappresentare una soluzione anche se non è democratico pensare che per farsi spazio in un mercato come quello digitale, le donne devono fare gruppo.