25 Settembre 2023 aggiornato alle 12:54
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NFT

NFT, certificazione, lusso e sostenibilità

NFT lusso

Torniamo a parlare allegramente di NFT e di come il mondo del lusso e della nuova filosofia di impatto ambientale li stiano caratterizzando.

NFT e crescita di mercato

Queste certificazioni digitali, riconducibili alla definizione di smart contracts, si basano su di un registro pubblico distribuito, all’interno del quale vengono registrati come transazioni. Questo registro si chiama blockchain. In questo ultimo periodo, così come delineano le linee di analisi degli ultimi report, il valore, l’utilizzo e lo scambio di NFT hanno toccato livelli molto importanti all’interno del mercato crypto. E benché gli asset digitali continuino la loro altalena, così come sta accadendo nelle economie globali, la passione e l’indirizzo empatico a cui fanno riferimento gli NFT non sembrano essere stati minimamente scalfiti.

Sono soprattutto i palcoscenici più ghiotti come quelli del gaming i luoghi delle nuove associazioni di valore virtuale decretati a guidare questa ondata letteralmente colma di appassionati.

Si è detto un pò di tutto sul consumo sostenibile e ai limiti dei Non Fungible Token.

Si è portato in campo il consumo energetico scatenato dal mondo delle criptovalute e legato all’uso continuo dell’algoritmo di consenso Proof of Work (PoW). E sono state diverse le critiche rivolte a quella community che sembrava inizialmente impazzita per l’evoluzione continua di nuovi paradigmi legati agli NFT.

Sappiamo però che molte criptovalute usano adesso algoritmi di consenso diversi e soprattutto con un più basso consumo energetico, come l’algoritmo Proof of Stake (PoS). E’ chiaro che molto dipenda dalla tipologia di blockchain utilizzata e quella di Ethereum continua ad essere la migliore sul campo. Dalle analisi condotte in diversi Paesi è emerso che la produzione di un solo NFT corrisponda all’emissione di una quantità di Co2 pari a quella di un’automobile che abbia percorso circa cinquecento miglia.

Drop, lusso e novità di settore

Quando generiamo un drop di NFT che faccia capo ad un brand in particolare, parliamo di migliaia di token e questo è stato motivo di discussione e di confronto in parte tuttora attivo sulla possibilità di generare questi file di valore decentralizzati in maniera completamente diversa.

Non è però di come gli NFT possano collaborare alla salvaguardia del pianeta che si discuterà in questo articolo, ma della richiesta continua dì qualcosa che possa definire e rappresentare il possesso degli NFT. Ed è proprio su questa base che nascono oggetti legati allo status sociale. In questo caso diremmo “virtualmente elevato” come Artridge, una dispositivo che può essere utilizzato sia come pendente che come semplice bracciale, e sul quale è possibile esporre rendendoli quindi palpabili e visibili, gli NFT acquistati tramite il proprio Wallet.

Fa riflettere questa contaminazione finalmente evidente tra mondo virtuale e mondo fisico. L’interessante pendaglio contenitore di token è addirittura disponibile in tre diversi modelli. L’acquirente potrà scegliere tra l’alluminio, il titanio e infine, un semplice oro bianco. Per tutti i modelli è previsto un vetro di zaffiro dello spessore di un millimetro che tiene al sicuro gli NFT. Ci riferiamo con questo aggeggio innovativo e molto crypto, ad un acquisto che parte dai 500 dollari. Indossarlo, dà la possibilità, tramite codice, di accedere anche alla vita del bel mondo, dove eventi e locali di lusso fanno il loro splendido gioco.

Aziende e token

Questa cronistoria dell’evoluzione che sta caratterizzando gli NFT, deve far comunque riflettere. Soprattutto perché, nell’ultimo anno, sono state moltissime le imprese che hanno cercato di evolversi attraverso un vero e proprio restyling dei brand. Questo processo è avvenuto proprio attraverso l’utilizzo e la nascita di un confronto digitale che ha visto negli NFT una felice risoluzione di crescita.

E se le aziende e le società dei vari settori hanno cercato di adeguarsi a questa nuova tendenza, il punto fondamentale è rimasto, e resta tuttora, quello della proprietà intellettuale.

Questo perché anche all’interno del Metaverso è possibile definire una linea legale di principio che possa dare la certezza di un token certificato. E’ stata delineato un approccio da parte degli uffici adibiti alla registrazione dei marchi, che stabilisce linee guida e regole molto più chiare nella classificazione degli NFT. Questo vale anche per tutti quei prodotti e servizi digitali in sede di deposito che passano attraverso domande di acquisizione legata a marchi specifici. Nel 2022 l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) aveva precedentemente pubblicato una bozza che riguardava generali indicazioni per una corretta classificazione dei token virtuali.

Queste indicazioni hanno definito l’entrata in vigore di un approccio che classificherà finalmente prodotti e servizi in ambito crypto in base a regole molto più chiare. In base a questo, i beni virtuali appartengono ad una ben specifica classe che la numero 9, ossia quella che riguarda i contenuti digitali. Il che vuol dire che nel momento esatto in cui verrà avviata una richiesta di registrazione relativa ad un NFT, dovrà essere ben specificata la tipologia di articolo digitale autenticato tramite smart contract.

Conclusioni

Tutto questo è da valutarsi in base alle casistiche alle transazioni economiche collegate a questi prodotti virtuali, definendone la classificazione. Si andrà quindi dalla gestione di transazioni finanziarie, fino al mondo dell’intrattenimento e della cultura, e infine allo sviluppo di programmi e software particolari.

Ci troviamo di fronte ad una storia continuamente in evoluzione. Da un lato, scandita dalla continua innovazione che sta investendo il campo degli asset digitali, e dall’altra caratterizzata dall’espansione del Metaverso. Il mondo immersivo resta al momento un contenitore specifico, ma non ancora standardizzato né certificato da nessun ente o ufficio di riferimento.

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