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Elon Musk e Mark Zuckerberg, alla fine non combatteranno più. Almeno non per il momento. Nè al Colosseo, vestiti da gladiatori, nè in qualunque altro posto. Hanno tenuto con il fiato sospeso milioni di persone, cercando di recuperare tempo per rendere l’evento più misterioso. E’ normale. Fa caldo. E loro due conoscono bene i polli globali che continuano a credere a quello che dicono.
Quando Musk non dice la verità
Anche se sono ormai cinque giorni che nessun quotidiano o magazine online ne parla, io preferisco dire qualcosa in questo preciso e tanto silenzioso istante. Perché la questione va ben oltre l’evento spettacolare. Perché l’intenzione ha valori molto diversi dall’operazione di beneficenza millantata e presentata anche alle nostre autorità politiche. La verità è che qui dei partecipanti all’ipotetico combattimento nessuno dei due ha detto fin dall’inizio come fossero realmente imbastite le cose.
Ricordiamo che Elon Musk è l’uomo più ricco al mondo. Un essere umano con un patrimonio di 225 miliardi di dollari. Ricordiamo anche che per fare beneficenza a due importanti ospedali pediatrici italiani, o in qualunque altra parte del mondo, non c’è bisogno di fare un combattimento al Colosseo (luogo ormai preso d’assalto dagli stranieri senza rispetto per la storia e la cultura). Soprattutto quando questo “tira e molla” smuove una macchina pubblicitaria, alimentata dai poveri e creduloni utenti, che fa finire nelle casse dei già sazi imprenditori, una marea di denaro.
Eppure qualcosa non torna.
Combattimento e popolarità digitale
Di Zuckerberg personalmente seguo le dinamiche (ma non tutte) legate all’utilizzo del Metaverso come possibilità di innovazione e crescita professionale. Elon Musk, oltre a creare auto fantastiche, ogni tanto compra aziende, le rovina e poi organizza viaggi nello spazio. Eppure il nodo non è questo. Il punto fondamentale intorno al quale gira questo enorme carrozzone è la community di utenti che anima la vita di queste grandi realtà imprenditoriali. Sono milioni le persone che vagano alla ricerca di un contatto vero attraverso i social. Sono centinaia di migliaia gli esseri umani che passano il loro poco tempo esistenziale esponendosi ai tanti video, immagini, forum, che promettono di conciliare, avvicinare e supportare i rapporti tra i simili.
Come fare allora per sentirsi realmente parte di un tutto che smuove il mare di buone azioni e di valori reali? Semplice. Iniziare a pensare con la propria testa, cercando di inquadrare ogni volta quello che ci accade intorno. I soldi portano soldi. Certo. Vecchio detto mai stato più veritiero. Eppure le cose sembrano non funzionare così. Io la vedo diversamente. Vedo il mondo e la popolazione globale che non riescono più a riconoscere quello che davvero risulta essere importante. Mark Zuckerberg dovrebbe rappresentare, credo, quella realtà professionale che sposa l’incentivazione di ciò che è nuovo. Forse per questo motivo ha negato al suo “probabile avversario” un incontro fisico.
C’è però un interrogativo. Perchè un capo di stato, un ministro, un esponente del governo, devono essere disturbati per cose di così poco conto a cui viene invece data una grande importanza? Questa è una domanda che gli italiani sono sicura hanno avuto per un momento nella testa. Abbiamo, e siamo di fronte, ad una crisi davvero profonda. Parlo di quella economica, con famiglie che non riescono da tempo più ad arrivare a fine mese. Siamo il Paese con il patrimonio storico e culturale più importante del mondo, eppure non passa settimana che la notizia di un povero turista che imbratta i nostri monumenti sia battuta dai quotidiani.
E allora? Come funziona? E per quale motivo ci siamo ridotti così?
Musk e Zuckerberg, un binomio virtuale
E va bene. I due ragazzi, forse troppo stressati dalla vita che fanno, volevano mostrarsi in modalità “real” al mondo intero. Per fare cosa? Forse per dimostrare, come facevano gli antichi, chi dei due potesse essere il più forte. Eppure non è sullo scontro fisico che si acclama solo il vincitore. Mark alla fine si è ritirato? Non lo ha capito ancora nessuno. E’ probabile che i due si vedano, tra un hot dog e una Coca Cola, nei loro meccanismi urbani con tanto di super pubblicità e community di riferimento.
L’importante è che lascino in pace quello che di maggior valore (ancora) abbiamo per il mondo, la nostra cultura. Le nostre opere d’arte che sfidano il tempo e la genialità mondiale. I nostri valori (anche se su quelli avrei qualche dubbio). Fatelo da qualche altra parte questo duello. Magari nel giardino di una delle tante villone che avete, un pò avatar, un pò misti, un pò aumentati. Perchè quello che agli italiani spero importi è la serietà. Abbiamo davvero bisogno di modelli efficaci, non per patrimonio o per followers, ma unicamente per valore, quello reale.
Conclusioni
Quando si è ragazzi è giusto guardare il mondo in maniera diversa. Quando si è ragazzi con un ingente patrimonio e una responsabilità imprenditoriale globale, le cose però sono un pò diverse. Magari anche se non dovessero fare questo duello, potrebbero ugualmente versare una quota (importante) per quelle realtà in cui si combatte davvero tutti i giorni e contro nemici che sono un pò più invisibili, ma che la maggior parte delle volte mettono al tappeto senza che nessuno spettatore possa aver assistito. Va fatta una distinzione credo tra la reale forza che lascia il segno nelle generazioni, e quella simulata per generare profitti. Tutto qui. Forse gli eroi sono altri.