• 19 April 2024
Scuola Nel Metaverso

Qualche mese fa ho vissuto l’esperienza di lavoro più bella della mia vita. Mi è stata data la possibilità di fare dei colloqui individuali con gli allievi della scuola dove ho insegnato ed ho avuto modo di conoscerne le storie, gli obiettivi e le problematiche. Una che mi ha colpito in particolare è la quantità di tempo che alcuni di loro passavano sui mezzi pubblici per arrivare a scuola in tempo.
In alcuni casi ad esempio c’era chi impiegava almeno tre ore e due mezzi per venire in classe.
Il che inevitabilmente influenza anche il rendimento oltre che la propria socialità, perché va bene il dovere ma è importante anche avere tempo di divertirsi.
Così ho provato a fantasticare… come sarebbe una scuola nel Metaverso?

Una scuola presente ovunque nel mondo

Immagino un edificio enorme, organizzato, pulito, in cui entrare con il proprio avatar ed in cui muoversi liberamente. Lo spazio sarebbe organizzato secondo categorie ben precise, ma con una serie di vantaggi enormi rispetto alla realtà. Ad esempio, la disposizione e la dimensione delle classi potrebbe cambiare per accogliere più studenti o adattarsi in base alle loro scelte.
Senza contare che se volessi passare da una parte all’altra dell’edificio potrei semplicemente cliccare sulla mia mappa e teletrasportarmi, come fosse un videogioco.
C’è poi una cosa molto bella che accade nel Metaverso: entrare in uno spazio e sentire persone che parlano altre lingue. Sarebbe bello poter condividere il proprio banco con le persone di cui stiamo imparando una lingua, semplicemente perché la nostra scuola non avrebbe confini, non trovate?

Uno zaino virtuale pieno di NFT educativi

Non avrei bisogno di caricarmi di libri e quaderni da trasportarmi dietro, perché tutto ciò di cui avrei bisogno sarebbe salvato nel mio wallet e disponibile solamente per il mio avatar, così da poter anche rivenderli successivamente in modo rapido, effettuando un semplice trasferimento.
In più, ogni classe o materia potrebbe avere dei contenuti accessibili solamente dalle persone interessate, evitando il pericolo di furti e smarrimenti.
Perché poi non applicare un pizzico di gamificazione, rendendo l’accesso ai capitoli successivi di un testo un gioco in cui le leve motivazionali della sfida, della collaborazione e dell’empowerment tramite PBL (Points, Badges and Leaderboards) così da aumentare il coinvolgimento ed il senso di partecipazione?

Non solo Realtà Virtuale… ma una Scuola Aumentata!

A casa potrei disporre di un tavolo della stessa forma di quello a scuola, che attraverso l’uso di un Visore AR o VR potrebbe mostrarmi informazioni, su cui prendere appunti con una penna virtuale ad esempio.
O magari chissà, passeggiando attraverso i corridoi reali della scuola potrei usare il mio visore o il mio smartphone per visualizzare e sbloccare contenuti all’interno della Scuola nel Metaverso, come dispense, easter eggs o magari addirittura contenuti posizionati da altri allievi.
In questo modo si potrebbe fare in modo di portare gli allievi a scuola, gestendo il tempo della DAD e della Formazione in presenza non più come alternative, ma come processi complementari in cui entrambe le modalità acquisirebbero pienezza e senso.

Lezioni Interattive per imparare facendo, davvero

Immagino di studiare la Rivoluzione Francese potendo scegliere chi interpretare: un contadino, un soldato del re, il re stesso o un rivoluzionario.
Come fosse un videogioco, insomma.
In cui poter non solo vivere la storia da diversi punti di vista, ma aumentando la qualità dello studio tramite l’interattività e la partecipazione.
Lo stesso potrebbe accadere nello studio delle scienze, dove sarebbe possibile “passeggiare” all’interno del sistema nervoso o danzare in mezzo alle galassie mentre impariamo come cambia la gravità tra un pianeta e l’altro.

…Ma qual è il limite, ora?

Me lo hanno detto in tanti, sai?
Che io sogno spesso e ho la testa sempre tra nuvole che vengono dal futuro.
Eppure non ci vuole molto per immaginare che tra pochi anni tutto ciò che ho scritto in questo articolo potrebbe non solo essere possibile, ma auspicabile.
Molte delle tecnologie necessarie sono già disponibili, occorre solo ottimizzarle e renderle più accessibili e qui c’è la vera sfida.
Sono sinceramente convinto infatti che questi (ed altri cambiamenti) richiederanno soprattutto una crescita culturale, non solo tecnica.
Se infatti stiamo assistendo ad aziende che non aspettavo altro che di far tornare i propri dipendenti in ufficio 40 ore a settimana (non senza proteste, come accaduto con i redattori del New York Times), quanto ci vorrà prima che intere categorie sensibili, come quella degli insegnanti, ricevano la formazione e gli strumenti per poter costruire un nuovo modo di vivere la scuola, che gli alunni di domani potranno voler vivere con passione e naturalezza?

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