La mente di uno sviluppatore funziona spesso al contrario rispetto alle aspettative del pubblico, per il semplice fatto che lui lentamente vede oltre. Poi agisce e tutti restano con la bocca leggermente aperta. I nuovi volti e architetti del futuro sono proprio loro, gli sviluppatori.
La linea immersiva
C’è sempre bisogno nella vita di avere almeno una volta, un guru di riferimento. Un mentore, un saggio sul quale poter fare affidamento per continuare a comprendere come funzionano determinati meccanismi. Ci sono quelli che aprono per primi le porte del futuro e che spiegano poi come fare per non dimenticare le chiavi. Tony Parisi è uno di questi. Sviluppatore e visionario è stato tra i primi ad intercedere per la promozione della Realtà Virtuale all’interno dei normali meccanismi del mercato globale. Creatore del VRML (Virtual Reality Modeling Language), presentato nel 1994 ha lavorato con tutte le aziende che possono avere voce in capitolo in merito alla questione.
Le sette regole
Questo veterano e creatore non poteva non dare il suo contributo a quello che ormai tutti definiamo Metaverso ma che altro non è se non una land virtuale in espansione. Quello che ha fatto è stato di dare una linea di approccio giusto e democratico a questo nuovo mondo che sta nascendo soprattutto nelle nostre menti. Le regole sono semplicemente sette e tutte strutturate con un fine di utilità per il genere umano immerso. Prima fra tutte quella che definisce il Metaverso come unico. Non ce ne sono degli altri e non c’è bisogno di parlare al plurale. Non esistono “I metaversi”, ma solo un unico grande settore virtuale. Così come per Internet. Ne conosciamo e utilizziamo solo uno.
Nuovi mondi accessibili
La rete globale sarà una rete aperta e quindi aperta a tutti, perché Il Metaverso non sarà controllato da nessuno. E su questo poniamo per un attimo il velo della decentralizzazione. Se questa dimensione sarà quindi accessibile da parte di chiunque questo vorrà dire che il Metaverso sarà di ognuno di noi. La definizione è importante perché mette in chiaro che non ci saranno differenze di nessun genere né geopolitiche né sociali. E se il Metaverso è di tutti, e proprio nessuno può controllarlo, in che maniera sarà possibile attuare questa indicazione specifica? Tony Parisi non lascia dubbi e spiega che solo facendo il bene della community e appartenendo in maniera democratica a questa si può rendere il Metaverso un luogo di interesse collettivo. Tutto per il bene della maggioranza quindi. E’ possibile allora che ogni tentativo di governance che verrà fatto in futuro sarà destinato a prospettarsi come un puro fallimento. Quello che accadrà sarà un insieme di tentativi su verticalizzazioni monopolistiche che in realtà non produrranno altro se non un piccolo rumore. Il sistema sarà troppo vasto perché lo si possa controllare.
Nulla di controllabile
L’economia del futuro, ossia quella del Web3, sarà definita e caratterizzata dalle DAO e dai token non fungibili, i tanto acclamati NFT. Questo dovrebbe servire a garantire una democratica economia immersiva. I contenuti creati dai vari utenti saranno il cuore che pulsa e per veicolarli gli NFT saranno il binario principale. In realtà siamo già a buon punto. Il Metaverso vive al momento di una sua espansione che sembra arricchirsi giorno dopo giorno. Abbiamo messo in moto una serie di logiche strategiche fondate su tecnologie interoperabili accreditate su libera comunicazione. Questo perché come dice Tony il Metaverso è aperto. E sappiamo che l’inizio è ancora la dimensione nella quale ci troviamo. Siamo alla start ma con le migliori intenzioni.
Indipendenza d’intenti
Altro punto fondamentale è quello che definisce il Metaverso come libero da ogni tipo di hardware e accessibile da qualunque tipo di dispositivo. Questa forma di uguaglianza interattiva apre la questione alla messa in opera di nuove strategie che possano soddisfare ogni esigenza. Vuol dire che il Metaverso può essere approcciato da un display che va sui 2D ma rappresentare sempre una virtualità tridimensionale. E’ possibile avere quindi qualunque tipo di forma da qualunque tipo di dispositivo.
Non ha importanza comunque la modalità di accesso, ma quello che deve essere chiaro è che il Metaverso è una vera e propria rete. Questa linea mette in collegamento tutti in tempo reale e permette di vivere esperienze immersive virtuali. Quindi non parliamo di un singolo software perché la rete di computer collegati è immensa. Parliamo però di più programmi che si scambiano dati attraverso protocolli di rete. E soprattutto il Metaverso non avrà mai un unico punto d’accesso. Quello a cui stiamo assistendo e nel quale stiamo lentamente entrando tutti è un nuovo Internet. Una versione aggiornata del nostro Web in grado di offrire contenuti 3D davvero coinvolgenti.
Questo però non vuol dire che Internet sia il Metaverso…
Le infinite possibilità
Il Metaverso è uno spazio di comunicazione. Questa è una delle regole definite da Parisi che guardano di più al futuro. E’ la mappa di quello che accadrà. La logica nella quale entreremo e che farà parte di ciò che utilizzerà il mondo per interagire quasi in tutti i contesti. Ogni utente autenticato potrà unirsi ad un’esperienza immersiva secondo le sue necessità. Nessuna piattaforma utilizzata fino ad ora per mettere in collegamento le persone riuscirà a competere con il Web3. Gli strumenti multiplayer che avremo a disposizione consentiranno ad ognuno di creare tranquillamente la propria esperienza immersiva e interagire con i vari mondi. Avremo una comunicazione che segnerà una crescita continua su più livelli. Bisogna quindi iniziare a pensare e a valutare tutta una serie di nuovi approcci che definiranno l’era della comunicazione che si sta già formando.