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Abbiamo compreso che la strada delle Nuove Tecnologie ci sta portando ad un’evoluzione (ed in maniera molto veloce) delle nostre prospettive di interazione. Il Web3 è una parolina che leggiamo sempre più spesso e ancora VR, AR, MR, tutte sigle o in altri casi acronimi per indicarci che proprio non possiamo fare finta di niente. La Realtà Virtuale non vorrà sostituirsi alla nostra vita “fisica” e chi lo pensa assomiglia molto a quelle persone che di fronte al WWW che stava per allacciare tutto il pianeta attraverso un’unica rete, aveva dubbi e critiche. La Realtà Virtuale siamo noi, perché semplicemente rappresenta la trasformazione naturale di una società che va veloce.
Nuova idea di comunicazione
Andiamo a mille (per fortuna) e le nostre idee si stanno espandendo in modalità sempre più globale con grande naturalezza. Il Metaverso (ma potremmo anche chiamarlo Pippo) è solo un nome dato ad una nuova modalità di utilizzare internet e quindi il Web in un’altra tipologia di fruizione. Ci siamo dentro in tutti i sensi. Siamo immersi, e quando riusciamo a provare questa sensazione con i visori giusti, la nostra risposta è sempre entusiasta e fin troppo positiva.
Bello immergersi, e per tanti motivi cominciamo a capire (studiandone gli effetti) che forse questa nuova tecnologia può fare anche molto bene alla stessa società che cerca di sorpassare in un timing continuo quello che chiamiamo futuro. Spesso, quando sentiamo parlare di VR, Realtà Virtuale (ma ormai sappiamo cosa vogliono dire queste due letterine…), la associamo ad una scelta di gaming pura. Non è più soltanto quella, anche se l’industria dei videogiochi è ancora il perno centrale per mercato e diffusione.
Quello che ora possiamo osservare è che la VR fa sempre più parte di sezioni della nostra vita all’interno delle quali non si gioca per niente: istruzione, medicina, lavoro. Quel ragazzo che ha cominciato con Facebook ci ha voluto credere (non pensiamo più agli 11.000 licenziamenti) e ha fatto in modo che il suo colosso tecnologico investisse talmente tanto nel mondo immersivo da ritrovarsi comunque a detenere un primato di unicità e innovazione. Parliamo allora di tutte le cose positive che attualmente la Realtà Virtuale può fare per noi e per il nostro lavoro, in campi diversi.
La VR può aiutare e coadiuvare le aziende nel riuscire a progettare e a crearsi esperienze immersive di apprendimento che apportano vantaggi e ritorni molto positivi. La simulazione diventa allora il punto centrale dell’esperienza stessa. Basti pensare al pentagono o alla NASA che da tempo utilizzano visori di ultima generazione per sessioni pratiche all’interno dei protocolli di pratica “spaziale”.
Testimonianze virtuali
Quello che si immette nel percorso formativo attraverso l’utilizzo della VR è il suo potenziale che passa dal gaming, ma non in senso unico. Prendere questa modalità tecnologica immersiva e applicarla ad un qualunque programma di formazione equivale ad un’esperienza molto più interessante per ogni partecipante. Immaginiamo i dipendenti di un’azienda che vengono formati e preparati con l’ausilio di visori integrati con la Realtà Virtuale, è chiaro che il primo punto positivo sarà quello di un risparmio di tempo evidente.
Sono diverse le società che hanno utilizzato e stanno implementando la Realtà Virtuale all’interno die loro percorsi formativi. KFC per il food e Walmart per il percorso propedeutico dei dipendenti. I tagli evidenti dei timing di applicazione temporali sono una chiara linea di cambiamento. Perché quello che fa la Realtà Virtuale può far risparmiare denaro alle aziende su di una prospettiva a lungo termine. E’ vero che siamo abituati ormai ad interagire professionalmente con interminabili call che però ci danno lo specchio emotivo di quello che sentiamo.
E’ anche vero però che la ricostruzione in 3D di un ambiente virtuale pone altre domande e crea situazioni differenti, con un’attenzione che si sposta su altri fattori. Quello che però stiamo capendo è la capacità di migliorare il contesto di collaborazione professionale che la VR riesce a creare. Basti pensare ad un team building ben strutturato in un contesto tutto ricreato per il fine ultimo dell’incontro. Potrebbe trattarsi di qualunque luogo, magari arricchito da una spiaggia bianca costeggiata da palme ondulanti. Questo per dire che la creazione di un contesto sensoriale positivo è alla base (e non è gaming) della buona riuscita a che di un semplice brainstorming.
Empatia e progettazione 3D
Se aziende automobilistiche come Ford e BMW utilizzano la Realtà Virtuale, soprattutto durante le prime fasi di progettazione, per dare il via ai test preliminari che riguardano la fase finale fisica, ci sarà un motivo. Simulare un’esperienza per il cliente vuol dire ridurre i costi e la tempistica. E sembra che su questo punto ci si ripeta ma in realtà la VR apre a molti scenari di opportunità. Se vista come un’integrazione la VR può solo accelerare qualunque tipo di sviluppo tecnico, proponendo diverse varianti modificabili in modalità tridimensionale virtuale. Meno errori e più progresso. Ed è proprio nella modalità strategica che ogni azienda dovrebbe individuare il giusto posizionamento di questa tecnologia così innovativa. Sono molti i contesti e tante le opportunità, ma bisogna fare una continua campagna di sensibilizzazione e soprattutto di formazione mirata a chi deciderà di utilizzare la linea del futuro.
One reply on “Realtà Virtuale, come imparare ad immergersi”
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