• 21 November 2024
Pensiero laterale

Indice

Il pensiero laterale è un nuovo modo di pensare che ha come obiettivo quello di vedere le cose in modo differente. Serve per generare nuove idee e soluzioni alternative ai problemi della vita quotidiana ma si può facilmente trasporre anche in ambito lavorativo.

Innovazione e nuove soluzioni

Per osservare le cose da punti di vista differenti, possiamo utilizzarlo ad esempio per trovare nuove idee nei processi di innovazione e di design thinking. Inoltre per mettere in discussione sistemi lavorativi esistenti in modo da migliorarli e trovare nuove vie. In azienda potremmo ridisegnare  le nostre attività routinarie al fine di ottenere un vantaggio competitivo. De Bono, creatore del temine, afferma che “è come costruire un ponte. Le parti non hanno da sorreggersi da sé in ogni stadio ma quando l’ultimo pezzo è messo in opera il ponte all’improvviso si regge da sé.”

Fasi del pensiero laterale

Innanzitutto, se vogliamo applicare questo metodo all’introduzione delle nuove tecnologie in azienda, è necessario che il manager sia pronto a rompere i paradigmi, individuando gli elementi basilari del processo frazionandoli. Un esempio potrebbe essere proprio quello della formazione con un corso o attraverso l’onboarding di un nuovo dipendente. Se pensiamo a un corso ci viene in mente la lezione, l’iscrizione,  il docente, il materiale utilizzato, l’aula. Se pensiamo all’inserimento di una nuova leva in azienda: l’accoglienza, un tutor, la presentazione dell’azienda, il giro nei diversi reparti, la presentazione del team. Allora proviamo a pensare come le nuove tecnologie di realtà virtuale e aumentata possano rompere questi schemi.

Realtà virtuale: Learning by doing

Potremmo progettare un corso ibrido che tenga presente come la realtà virtuale come un valore aggiunto. All’interno di un’ambientazione virtuale, ricostruiamo una parte della lezione che possiamo svolgere sia in aula sia online. La parte dedicata alla VR sarà sicuramente solo una parte dell’intera lezione in quanto i device hanno ancora un peso specifico importante e dunque la gamification sarà l’elemento chiave che ci darà un risultato ancora più impattante. Sappiamo che il “learning by doing” porta a risultati incredibili.

Pensiamo ad un corso di lingua in cui il corsista, dopo aver fatto parte della lezione in maniera tradizionale, si trova “catapultato” tramite la VR nelle principali strade di Londra e debba essere in grado di districarsi nell’avere informazioni per poter proseguire il proprio viaggio. Oppure ragioniamo su come un nuovo dipendente possa entrare in azienda per la prima volta attraverso il proprio avatar, fare un tour virtuale, entrando in ogni reparto in cui gli viene spiegato come funzionano certi macchinari. Proviamo ad immaginare, lato aziende, a quanti costi verrebbero abbattuti con questa modalità.

Paul Sloane

La pratica dell’open innovation richiede la revisione di metodologie consolidate.

«Le piccole aziende possono promuovere incontri di brainstorming e indicare due obiettivi ai dipendenti: fate il vostro lavoro e, allo stesso tempo, trovate nuovi modi di fare il vostro lavoro. Occorre misurare quello che hanno fatto e anche le nuove idee che hanno introdotto: in questo modo ci sarà un’aspettativa che siano proposte nuove idee», osserva Paul Sloane, pioniere del lateral thinking. Gli esseri umani sono al centro della progettualità: «Il singolo elemento più importante è un leader coraggioso, preparato a prendere rischi, capace di provare cose nuove, impegnato a mettere in discussione visioni, attento a dare fiducia alle persone per sperimentare», ricorda Sloane.

Le tecnologie immersive nell’onboarding

Le tecnologie immersive, VR, AR e mixed reality, incentivano lo sviluppo di una emotional intelligence (social skill, empathy, self-awareness), valorizzando le caratteristiche di ogni singola risorsa. Calarsi nella situazione, mettersi nei panni degli altri, aiuta a sviluppare un sentimento di condivisione proprio grazie alla realtà virtuale. Il coinvolgimento diretto nei processi interni, la possibilità di visualizzare i percorsi produttivi, la condivisione dei valori aziendali, sprona le risorse a un “sentimento di appartenenza”. Oltre a garantire la totale sicurezza, attraverso un apprendimento a prova di errore.  Quando si possono testare senza timore, ci si sente anche sereni nel valutare soluzioni alternative, e quindi si dà ampio spazio alla creatività. Per non parlare della memory retention, che si duplica nel momento in cui si vive un’esperienza in realtà virtuale. 

Pareri finali

L’analisi del mercato ci offre una certezza. L’innovazione è un percorso che deve avvenire prima all’interno delle aziende, quindi nei processi aziendali, formativi, e poi verso l’esterno. «L’information technology è uno strumento decisivo non soltanto per gestire un’azienda, ma anche per cambiarla», osserva Sloane.

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