• 7 November 2024
Brand e metaverso

Personalizzare un’esperienza immersiva, è lo step al quale anelano arrivare attualmente i brand che vogliono aumentare l’esperienza con e del cliente.

Immersive awareness

Quello che ogni marchio sogna è di riuscire a creare un coinvolgimento tale nel consumatore che sia l’ingresso per una completa connessione di intenti. Se, come analizzato da report specifici sull’argomento come quello di TechRepublic, nei prossimi due anni, la popolazione mondiale trascorrerà almeno un’ora al giorno nel metaverso, questo vuol dire che i brand dovranno darsi una mossa. Non ci sarà più la dimensione 2D attraverso la quale veicolare i propri prodotti, ma bisognerà andare a trovare i clienti stessi durante il loro momento immersivo. Questo significa che molte realtà societarie dovranno iniziare a progettare esperienze che si avvicinino alla nuova dimensione di fruizione da parte del consumatore. Che poi consumatore non è più dato il nuovo linguaggio di comunicazione.

Virtualità e mercato

Naturalmente, per fare in modo che ci sia una produzione idonea di contenuti che rappresentino il marchio all’interno del metaverso, le aziende dovrebbero essere virtualmente competenti oltre che attive. La formazione e quindi creazione di figure specifiche che possano portare avanti un discorso progettuale del genere diventa quindi fondamentale. In realtà, sempre dall’analisi effettuata da TechRepublic, risultano numeri molto positivi e promettenti. Già il 91% delle aziende prese in esame sta utilizzando le Tecnologie Miste (AR e VR) con un discreto ritorno sulla formazione di ruoli definiti. Nello specifico le percentuali si attestano sul 60% per quel che riguarda l’utilizzo della VR e della AR per aiutare con integrazioni la manodopera standard. Il 50% è tutto sulla progettazione e l’assistenza clienti. Solo uno scarso 20% viene attualmente dedicato alla formazione del personale.

Crisi globale e possibilità in VR

Anche se ormai siamo figli degli spostamenti low cost e delle interminabili vcall sulle piattaforme di turno, la crisi post pandemica sta comunque avanzando in maniera esponenziale. In tutti i settori. Se i brand di lusso per primi si sono buttati sul mercato del metaverso, questo avrà sicuramente la sua chiara spiegazione. Ci siamo detti che lo stare in presenza doveva diventare nuovamente uno status logico per tutte le forme professionali, ma questo ha di nuovo innescato la necessità degli spostamenti. E se la capacità di investimento sulle distanze e sui collegamenti tra Paesi che collaborano tra loro, ha un peso specifico, presto questo si risolverà in un nuovo problema.

Non solo il virus che sembra non fermare la sua corsa, ma anche le ridotte possibilità di crescita delle PMI stanno dando un nuovo indirizzo a quella che riconosciamo tutti come fase di uno stallo economico non irrilevante. L’utilizzo delle Tecnologie Cross Reality può portare ad un risparmio notevole e ad un utilizzo giusto della dimensione virtuale per supportare la nuova ascesa economica. Avere uno spazio che replichi perfettamente quello nel quale siamo abituati a lavorare e interagendovi con ottimi risultati di ritorno progettuale e con spese azzerate, non ha prezzo.

Cosa e come investire quando si è immersi

Di sicuro possiamo affermare che il metaverso si presenti attualmente come uno spazio in cui, attraverso una totale esperienza dinamico-percettiva, si percepiscono e comunicano “cose”. Se parliamo di esperienza ci riferiamo non soo a quella della figura del cliente, ma soprattutto a quella dell’utente. E questa è una differenza fondamentale. Tutto questo avviene perché, come abbiamo detto, avviene una personalizzazione molto forte della percezione stessa di chi è immerso. E tutto questo avviene con la massima libertà.

L’utente può scegliere il proprio avatar, le ambientazioni in cui stare, i mondi attraverso i quali interagire. E soprattutto ognuno sceglie di sperimentare il metaverso come quando crede. E i brand? Dovrebbero capire che la sveglia non va più impostata ad un solo orario, ma semplicemente non c’è più bisogno di dormire. Un marchio, un’azienda, che voglia comprendere i meccanismi del metaverso e aumentare la propria presenza tra le fasi immersive dei consumatori, deve stare al passo con i tempi d’azione virtuali.

Indicazioni e dati

In un solo trimestre dello scorso anno gli utenti hanno trascorso quasi dieci miliardi di ore giocando su Roblox. E ogni giorno sono circa 50 i milioni di utenti che vi accedono. E la media è stimata su di una crescita esponenziale di esperienza diretta. Cosa ne viene fuori da tutto questo tempo? Dati, una marea di dati, che gratuitamente possono essere analizzati dalle aziende interessate ad investire nella VR come nuovo mercato. Va quindi fatta attenzione alla qualità più importante ed estrinseca della dimensione virtuale, ossia la sua connessione naturale con la gamification. La Gen Z e i Millennials dichiarano, secondo statistiche effettuate, che il metaverso sarà parte integrante della loro vita quotidiana. Il che vuol dire mettere in conto di spendere una parte della nostra vita in maniera virtuale e naturalmente online.

Conclusioni di gioco

Progettare un’esperienza all’interno del metaverso, abbiamo quindi compreso che passerà attraverso la strutturazione di livelli di esperienza attraverso i quali evolversi come utenti attraverso l’indirizzo dato dai brand. E la creazione di un percorso personalizzato unicamente per i propri clienti diventerà presto la nuova tematica del marketing immersivo applicato.

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