• 19 November 2024
Comunicazione e metaverso

E va bene, se ne parla tanto e davvero pochi sanno come gestire la situazione. Semplicemente perchè ancora non c’è nulla di tangibile. Parliamo di metaverso e nuova comunicazione.

Il metaverso dei brand

Alcuni pensano che basti entrare in qualche land virtuale con un avatar e guardarsi in giro per capire un pò come funziona la situazione. Poi magari si inserisce da remoto qualche screen che rimandi al brand e tutto si mette a posto. Illusioni. Tante illusioni. Il metaverso non ha ancora preso piede come forma di veicolazione pubblicitaria e già siamo stanchi di sentirne parlare. Questo accade quando la strada non si capisca da che lato decida di girare. Vogliamo portare un marchio nel metaverso? Benissimo, facciamolo. Questo però implica delle soluzioni che vanno al di là degli spazi sviluppati. Non è dell’architettura che abbiamo bisogno per fare in modo che ci sia un’esperienza reale (anche se virtuale) con il prodotto. Quello che ci circonda è solo uno sfondo dei nostri pensieri e delle nostre percezioni. Le aziende che vogliono essere rappresentate da questa nuova dimensione devono impararne il linguaggio.

Lo storytelling algoritmico immersivo

Davvero esiste uno storytelling con questa accezione? Algoritmico? Non lo so, io l’ho appena inventato, ma capisco che quando si parla di metaverso ognuno ci infila dentro quello che più gli piace, senza badare alla sensazione finale del lettore o dell’utente che per puro caso capiterà sull’articolo. Ecco questo è proprio un esempio di come le agenzie di comunicazione dovranno approcciare a questo nuovo stadio. Non la land virtuale, non l’environment, non la musichetta (e sicuramente tutte queste cose elencate) ma la mente immersa di chi è entrato. Entrato dove? Certo, bella domanda? Avete un visore? Allora siete entrati. Lo fate da desktop? Mi dispiace ma non è la stessa cosa. Immergersi in qualcosa vuol dire far parte di questo tutto, e per quel che riguarda il metaverso, senza device si gode solo a metà. Sì, perchè l’esperienza immersiva è una goduria per i sensi, per le nostre percezioni sensoriali. Diventiamo nuovamente bambini e assaporiamo avidi e curiosi tutto quello che intorno a noi è stato costruito.

Comunicazione e metaverso

Psicologia e metaverso

L’utente che si affida alla comunicazione immersiva, deve essere trattato secondo alcune regole specifiche. Che l’integrità del messaggio sia sempre una clausola di chi opera in questo settore. Che la verosimiglianza non porti distorsioni della realtà a fini commerciali. Perchè vedete, nel metaverso non si inganna nessuno. Detta così sembra una totale contraddizione. Ehi, ma come? Qui intorno è tutto virtuale e io sono un avatar con le scarpe che brillano e gli occhi fluorescenti, com’è possibile che nessuno mi inganni? E invece è la pura verità. Quando la nostra mente percepisce in fase predittiva quello che qualcun altro vuole che ci arrivi, ecco che capta tutto ciò che non è confacente alle aspettative. Un utente immerso è molto più consapevole di quanto si possa immaginare. E questo è un punto fondamentale, sempre.

Percorsi della comunicazione futura

E allora? Come muoversi di fronte alla progettazione di una campagna di comunicazione nel metaverso? Sicuramente informarsi su quelle che sono le dinamiche del gaming, perchè non dimentichiamoci che è da lì che viene tutto. Quando siamo nella Realtà Virtuale una parte di noi regredisce e si prepara in maniera quasi totale alla sfida della percezione profonda. I sensi mentalmente (in attesa che siano passabili per tutti device adibiti alla pratica) sono in globale allerta. In maniera del tutto naturale e spesse volte positiva fino al massimo grado, accettiamo di sentirci raccontare una storia. Questa storia però va declamata secondo regole che non corrispondono più a quelle classiche del vecchio marketing. Qui tutto è diverso. Gli attori cambiano e anche la regia. Bisogna per questo riformulare una strategia che miri prima di tutto all’immedesimazione. Non è il brand che si presenta, ma è l’utente che va scoprendo ogni minimo particolare…entrandoci dentro e accogliendolo viceversa all’interno delle proprie preferenze. Tutto qui. Buona immersione.

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