La spinta che attualmente il mercato sta dando in direzione delle nuove esperienze immersive all’interno di ambienti virtuali è uno dei trend a cui stiamo assistendo tutti. In ogni Paese del mondo si fa una continua informazione su quelle che sono le dinamiche e gli sviluppi che giorno dopo giorno interessano il Metaverso. Sono ormai diversi i settori interessati ad aprire un’interazione con questa nuova realtà. Ma che cosa si può fare realmente con e dentro il Metaverso?
Esperienze possibili
Conosciamo l’architettura immersiva creata dai vari visori (sul mercato se ne possono trovare diversi e di ultima generazione) e degli accessori che permettono un ingresso totale all’interno di una location virtuale. Sappiamo che al momento realtà come Meta di Mark Zuckerberg, con il suo bagaglio annesso di Horizon, e tutte le altre piattaforme partite dal gaming che continuano a svilupparsi, sono il principale punto di riferimento. Siamo anche a conoscenza della veridicità digitale degli avatar sempre più simili nei connotati biometrici e fisiologici ad esseri umani reali. Per chi è presente, dal punto di vista professionale, all’interno di queste realtà immersive sono chiari ormai i punti di interazione già presenti e sviluppati. Possiamo interagire tra avatar in ambienti perfettamente riproducibili la realtà scambiandoci contenuti (file, video, oggetti tridimensionali) con varie finalità.
Il mondo della medicina ha aperto già da tempo agli Oculus Quest 2 per training specifici all’interno di sale operatorie virtuali. La dimensione della psicoterapia fa già uso da tempo di visori per accelerare le metodiche di interazione profonda tra medico e paziente. La possibilità di viaggiare virtualmente nel mondo con l’ausilio di video in VR fruibili attraverso la library di un device, o la scelta di un outfit all’interno di un e-commerce virtuale, fanno ormai parte della nostra quotidianità. Ma quali sono le altre linee di interazione profonda che può darci ad oggi il Metaverso?
Guanti aptici. Primi prototipi e loro sviluppo
Sono sempre di più le aziende che hanno iniziato ad investire nella tecnologia chwe supporta lo sviluppo, ad esempio, di guanti aptici. Meta Reality Labs sta finalizzando ormai il primo prototipo che accompagnerà i visori collegati e che corrono sulla linea della Mixed Reality, con una ufficializzazione di consegna che vede l’inizio del 2023 come anno dell’annuncio della loro uscita sul mercato. Anche aziende come HaptX (ex AxonVR) con un round di finanziamento che ha toccato i 12 milioni di dollari per un prototipo di guanti sensibili al Metaverso all’interno di quella che la società inaugurerà il prossimo anno come la nuova sede, si stanno facendo notare.
La stessa Apple ha da poco depositato un brevetto presso l’ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti (USPTO), proprio per un paio di guanti sensoriali. L’azienda di Tim Cook già si sa che sta focalizzando l’attenzione sulla sperimentazione di guanti in grado di rilevare sia ondulazioni che rugosità, attraverso una tecnologia di rilevamento dell’interferometria a miscelazione automatica (SMI). Questo per poter consentire agli utenti immersi di percepire attraverso questi prototipi indossabili le singole qualità di oggetti all’interno di una land virtuale o di una dimensione mixed reality.
Cosa sono i guanti aptici
Il guanto aptico (dal greco apto-tocco) è nello specifico un dispositivo indossabile che oltre a mappare il movimento delle nostre dita all’interno di una dimensione virtuale simula quelle sensazioni realmente tattili che proveremmo toccando un oggetto. Tutto questo naturalmente attraverso la visualizzazione del visore e del suo riconoscere l’oggetto virtuale in questione. Un guanto aptico è capace di fornire un feedback reale sulla punta delle dita portando così il cervello ad una consapevolezza indotta non reale che viene invece riconosciuta come possibile in relazione al contatto della mano con l’oggetto stesso.
Il guanto aptico è in realtà (ma dipende dal prototipo) dotato di centinaia di piccoli motori flessibili che si muovono attraverso un processo pneumatico. Un processore controlla il flusso d’aria che gonfia gli attuatori, e il guanto esercita una leggera pressione sulla mano per creare una sensazione più reale. La sfida è quella di evitare il più possibile la latenza per rendere l’esperienza più realistica. Attualmente i guanti più avanzati ma ancora in fase di sperimentazione possono offrire all’utente informazioni come ad esempio la temperatura della superficie toccata e la qualità del materiale definito.
Feedback aptico
Quello a cui assisteremo sarà per chi utilizzerà device come Oculus Quest 2 o HP Reverb G2, un aumento sicuramente della risoluzione e un ampliamento degli effetti di risoluzione collegabili ad accessori sempre più sensibili in modalità immersiva. In questi ultimi anni si è lavorato moltissimo a prodotti nuovi che possano essere in grado di offrire, ampliando la gamma, un maggiore layer di simulazione attraverso la creazione di sistemi di feedback aptico che riescano a simulare quelle sensazioni che proviamo normalmente nel mondo reale.
Meta sta lavorando alla creazione di un prototipo che possa essere connesso anche all’esperienza di Realtà Aumentata (AR) e non soltanto virtuale. Quello a cui Zuckerberg mira nello specifico è la possibilità di dare in ogni dimensione virtuale mista o aumentata una percezione tattile sensoriale che vada oltre le aspettative. Una scommessa questa certamente ma che trova nelle linee di investimento globale e tecnologiche una certezza nel prossimo futuro. Grazie a questa tecnologia, sarà possibile sentire una stretta di mano o il peso di un oggetto o la sua forma, come gli angoli di un quadrato.
Esperienza tangibile
Obiettivo principale è quello di portare l’utente ad avere una sensazione totale di appartenenza al mondo virtuale attraverso i sensi principali. Anche se la commercializzazione globale di questi nuovi prototipi dovrà essere valutata in base alla risposta del mercato, la linea di sviluppo resta comunque sempre quella diretta a dare la migliore esperienza per l’utilizzatore dei vari device.
Questa possibilità di gestione delle interazioni all’interno del Metaverso apre a molti canali di utilizzo per diversi settori. La complessità dei meccanismi che regolano i rapporti nel mondo reale, troverebbe una facilitazione all’interno della dimensione virtuale con un’ottimizzazione dei processi di utilizzo. Essere presenti in maniera sempre più simile alla realtà in un mondo parallelo non potrà che giovare a tutte quelle necessità di sviluppo professionale aprendo un mercato completamente nuovo. Certo sarà fondamentale la formazione di chi vorrà accedervi nel modo più idoneo, e questo non farà altro che creare un altro indotto positivo all’interno del mercato stesso.