• 18 November 2024
Giornalismo immersivo

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Nonny de la Peña, nominata la “Madrina della realtà virtuale”, ha contribuito a inventare il giornalismo virtuale o immersive journalism. Con i primi pezzi come Hunger in Los Angeles e Gone Gitmo, Nonny ha fatto luce sul potenziale dei media immersivi per cambiare il giornalismo.

New York Times, The Guardian e TWC

Parlando con VFX Voice, Nonny ha dichiarato: “Come giornalisti, lavoriamo per generare un coinvolgimento critico, ma volevo andare oltre il reportage e concentrarmi sull’esperienza in cui le persone potevano trasportarsi virtualmente”. La tecnologia immersiva ha la capacità di rimodellare lo storytelling e il reporting. Mettere le persone al centro delle grandi questioni che stanno plasmando il nostro mondo oggi è più incisivo e memorabile del giornalismo tradizionale. Ecco perché agenzie di stampa come il New York Times e The Guardian hanno utilizzato la realtà virtuale (VR), i video a 360 ° e la realtà aumentata (AR) per coinvolgere e creare empatia con il pubblico.

I canali televisivi sono anche alla ricerca di soluzioni immersive per migliorare la copertura. Il Weather Channel (TWC), ad esempio, ha utilizzato la realtà mista per aiutare a comunicare di tutto, dalle tempeste di ghiaccio virtuali e incendi boschivi ai tornado e alle inondazioni. TWC spera che l’aggiunta di MR alle trasmissioni “accenda una rivoluzione della presentazione meteorologica” come parte di una nuova era di narrazione immersiva in tempo reale. The Weather Channel spera di incorporare la tecnologia immersiva della realtà mista nell’80% della sua programmazione quest’anno. 

Il vantaggio della realtà virtuale

Il senso di presenza ottenuto attraverso la realtà virtuale offre al partecipante un accesso senza precedenti ai luoghi e ai suoni che accompagnano le notizie. Piuttosto che essere uno spettatore, il pubblico può vivere la situazione da una prospettiva per la prima volta diversa perché si tratta del suo punto di vista direttamente. Oltre a questo, la ricerca suggerisce che conserviamo più informazioni e possiamo applicare meglio ciò che abbiamo imparato dopo aver partecipato tramite la realtà virtuale. Questo è il potere della realtà virtuale, ed è per questo che il giornalismo immersivo può davvero aggiungere una dimensione extra al reporting, rendendolo più incisivo e memorabile.

Il New York Times è stato uno dei primi e più rialzisti con il suo uso della realtà virtuale. Nel 2015, l’organizzazione ha distribuito oltre un milione di visori Google Cardboard agli abbonati della sua edizione cartacea domenicale e ha creato un’applicazione VR di fascia alta per distribuire esperienze VR create da Times.

Marcelle Hopkins, co-direttrice della realtà virtuale e vicedirettrice del video presso il New York Times, ha  dichiarato: “Vediamo la realtà virtuale, così come i video a 360 °, AR, MR e tutto ciò che verrà dopo, come parte dello stesso spettro, che è quello delle piattaforme immersive. Lo vediamo come parte del futuro di come le persone consumano i media, incluso il giornalismo”.

Il vantaggio della realtà aumentata

La realtà aumentata può basarsi su ciò che è già in stampa utilizzando ciò che la maggior parte di noi ha già in tasca: uno smartphone. L’AR può portare un vero senso del contesto al lettore e dare vita ad argomenti difficili da comprendere per il pubblico. Il fondatore di SeeBoundless, Steve Johnson, spiega: “Conosci le dimensioni della tua casa o della tua auto. Quando metti un oggetto accanto ad esso, il tuo cervello sta ora elaborando un’immagine contestualizzata in relazione a ciò con cui hai già familiarità. Al contrario delle dimensioni dello schermo di un desktop o di uno smartphone.” La tecnologia sta crescendo rapidamente in questo settore. Le società di social media come Snap, Facebook e Instagram hanno costruito piattaforme AR su cui le società di media possono attingere, quindi la creazione di un’app non è più l’unico modo per accedere all’AR.

Svantaggi

Nonostante tutti i vantaggi, va ricordato che la tecnologia immersiva non è solo oro che luccica. A volte, non è appropriato usarla, specialmente quando potrebbero entrare in gioco problemi di privacy e sensibilità. E non dovrebbe essere forzata o usata solo per il gusto di utilizzare la tecnologia. Inoltre, i proprietari dei media sono ancora molto nuovi alla tecnologia e non sanno davvero come usarla al massimo delle sue potenzialità.

Nel 2016, i professori di filosofia Michael Madary e Thomas Metzinger hanno pubblicato “Real Virtuality: A Code of Ethical Conduct”. Il documento ha sottolineato che la realtà virtuale è una “potente forma di manipolazione sia mentale che comportamentale” che potrebbe essere complicata, “specialmente quando interessi commerciali, politici, religiosi o governativi sono dietro la creazione e il mantenimento dei mondi virtuali”. Le sfide etiche del reporting VR rimangono un argomento molto caldo oggi.

Una minaccia reale e pericolosa è la possibilità di notizie false VR. Per evitare questo, il giornalismo VR deve seguire la stessa etica del fotogiornalismo : mostrare la realtà, le foto non devono essere manipolate o messe in scena. Alcuni paesi stanno già mettendo in atto misure per fermare la diffusione di notizie false. La Cina sta vietando l’uso della tecnologia deepfake.

Il futuro

Un progresso che avrà un impatto fondamentale è il 5G. Il 5G influenzerà il modo in cui le notizie vengono catturate e consegnate al pubblico. Ad esempio, un giornalista sul campo sarà in grado di scattare foto e video in diretta a 360 ° e trasmettere automaticamente in redazione o direttamente al pubblico in tempo reale. Nessuno sa esattamente quale sarà la norma tra cinque o dieci anni. Quello che sappiamo è che la tecnologia sta progredendo rapidamente: senza sperimentazione nel giornalismo, i giornalisti non saranno in grado di trarre vantaggio da questi progressi.

Pensieri finali

E se fossimo dunque noi a vivere direttamente la notizia tramite la VR? Guardiamo il trailer di de la Peña e capiamo come possa coinvolgerci direttamente la scena.

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