Io parlo pure con i muri.
Sono un animale sociale mio malgrado. Mi metti in un bar? Cinque minuti dopo probabilmente ho conosciuto tutti e tutti mi hanno pagato da bere e stiamo già organizzando robe. Sarà per questo che mi trovo così tanto bene nel Metaverso?
Comunicare nel metaverso VS. Comunicare sui social
Questa considerazione è nata durante l’intervista che ho fatto sul mio canale Twitch qualche sera fa a C0R4 Gasparotti, la coreografa del metaverso e che puoi trovare in versione estesa qui.
Io e lei ci siamo conosciuti in modo strano. La seguivo su Instagram per il suo lavoro come divulgatrice del Metaverso ed un giorno, parlandone con un mio amico, mi ha detto “Ma sai che forse la conosco di persona?”. Ed era vero. Entrambi sono attori ed hanno recitato assieme. Skippiamo poi a qualche mese dopo, quando un giorno, mentre parlavo con un’amica su Spatial di un evento che avrei voluto vedere quella sera, ho sentito qualcuno chiamari e chiedermi il link.
“Vorrei venire anche io!”. Mi giro e guardo l’avatar, leggo il nome. “Ma tu sei C0R4?”. “Sì!”. “Io sono l’amico di Maurizio!”. “Aaaah!”
Ecco, questo tipo di interazione sui social difficilmente può accadere.
Non mi riferisco ovviamente al poter incontrare persone con cui abbiamo amici in comune, perché anzi leggevo che i gradi di separazione sono passati da 6 a 4 grazie ai social. Mi riferisco però alla genuinità della chiacchierata, a quell’esplosione verbale, alla facilità del trasformare un incontro casuale in qualcosa di più. E questo, per me, ha una motivazione ben precisa
Comunicare su Spatial VS. Comunicare sui Social
Sui Social comunichiamo in mille modi diversi. Tramite la scrittura principalmente, ma anche tramite i video o gli audio (esiste ancora Clubhouse? Chiedo per un guru che mi propone BeReal). Se nel primo caso la comunicazione avviene in maniera necessariamente asincrona, nel secondo caso è possibile invece creare una dinamica sincrona, per quanto complessa e limitata. Posso creare ad esempio un canale vocale Discord aperto e chiunque può avvenire e chiacchierare con chiunque altro. Tuttavia nulla si avvicina a quello che sta iniziando ad accadere sempre più spesso nel Metaverso di Spatial e che succederà sempre di più, ne sono certo. Mi riferisco all’assenza del Layer della Scrittura. Su Spatial infatti non puoi scrivere, ma solo parlare, con delle conseguenze molto importanti in ogni ambito.
Se apri uno spazio per la tua Azienda ad esempio e vuoi usarlo per condividere i tuoi valori o trovare nuovi contatti (risorse oppure clienti) devi tenerne conto. Qualcuno dovrà essere lì a parlare per te perché l’utente che viene a vederti con il suo Avatar sta vivendo un’esperienza interattiva molto diversa rispetto al visitare il suo sito. A me sta capitando quasi su base quotidiana ad esempio.
Cerco di mantenere il mio Avatar nello mio Studio il più possibile, perché in fondo sono sempre davanti al pc, e tante volte capita che qualcuno passi e me ne accorgo perché mi saluta e mi chiede se ci sono.
Quando sono impegnato lascio il microfono spento, quando voglio parlare lo accendo e chiacchiero del più e del meno, magari dando un consiglio su Blender o parlando del mio lavoro.
In questo modo ho già ottenuto tanti contatti che nel tempo potrebbero diventare qualunque cosa.
Capisci cosa intendo?
Non si tratta di contatti che arrivano dai contenuti, ma dall’esperienza che il contenuto creato (lo spazio su Blender, in questo caso) permette di vivere. E l’esperienza richiede per forza di cose presenza e capacità comunicativa.
E gli altri Metaversi?
Ogni Metaverso che si sta imponendo (o sta fallendo) mostra proprio questo: l’importanza dell’esperienza rispetto alla creazione del contenuto in sé. Se il metro per giudicare la qualità del Metaverso è la presenza (e bisognerebbe discuterne eh), allora dobbiamo chiederci: “Come si favorisce?”. La risposta è semplice e basta in realtà guardare alla propria vita. Quali sono le esperienze che ti hanno colpito di più in positivo?
Quali sono i luoghi che frequenti di più e perché? Cosa puoi fare lì che non puoi fare altrove?
Queste risposte possono dunque portarci a costruire non solo luoghi, ma esperienze, attraverso le quali possiamo creare engagement e retention. Il che ci porta ad un’altra questione, la stessa che ho posto a C0R4 durante l’intervista.
Quali sono i settori che possono beneficiare di più da una buona comunicazione nel metaverso?
Parliamoci chiaro: per il momento non tutti i lavori possono essere trasportati nel Metaverso.
Ma sicuramente ci sono dei processi invece, che sono riscontrabili in tutti i settori, che possono trarne un gran beneficio. Ad esempio la formazione a distanza. In questi anni se da una parte abbiamo assistito ad un processo di sviluppo di questo processo a causa del COVID, abbiamo anche però visto i limiti ed i problemi, come il gap tecnologico che separa molte aree del mondo (o dello stesso paese), zoom fatigue ed altro.
Per me infatti il problema della DAD è sempre stato solamente uno: il tentare di replicare l’esperienza in aula con strumenti come Google Classroom o Meet che non lo permettono. Sei ore in presenza sono pesanti, ma 6 ore davanti ad uno schermo in call sono un massacro.
Quando invece ci approcciamo alla formazione a distanza includendo lo strumento in fase di progettazione le cose cambiano, perché possiamo ad esempio usare gli Avatar, gli NFT ed il Metaverso in modo molto più complesso rispetto alla semplice call su Zoom.
Il fatto stesso di avere un avatar da muovere fa la differenza. Ma anche musei e siti archeologici potrebbero comunicarsi in modo vantaggioso nel metaverso, come spiegava proprio C0R4.
Mi raccontava che sua nonna ad esempio non è mai stata a Roma, ma lei con il Visore le ha fatto fare un giro alla fontana di Trevi. Parlandone con le sue amiche, la nonna ha parlato non solo della Fontana, ma anche di una farmacia che si trova lì vicino. Come mi faceva notare C0R4, quante persone che passano ogni giorno davanti quel monumento sanno che lì c’è una farmacia? Proviamo ad applicare questo tipo di esperienza ad un HR Manager che deve individuare nuove risorse e formarle. Potrebbe costruire un’esperienza ludica o anche solo narrativa per condividere valori, nozioni, direzioni e struttura dell’azienda.
Tutto questo perché la comunicazione nel Metaverso accade ad un livello diverso rispetto ai social, dove gli Utenti giocano da soli. Nel Metaverso l’esperienza è invece co-creata partendo dai contenuti e dagli stimoli posti in fase di progettazione.