25 Settembre 2023 aggiornato alle 12:54
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Bitcoin sostiene l’energia pulita. Possibile?

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Leonardo da Vinci era un genio. Avrebbe potuto far volare un uomo su una delle sue macchine, se avesse avuto un po’ di energia in più da usare. I fratelli Wright per primi riuscirono nel 1903 a far volare con successo per 12 secondi una macchina motorizzata guidata da un uomo. In termini di vite umane, quanto furono sostenibili tutti i loro tentativi? Il concetti di energia, di mortalità e di innovazione sono intimamente legati, nel volo, come nelle criptovalute. Parliamo di Bitcoin.

Bitcoin e blockchain

Il periodo di crisi energetica che stiamo attraversando ha posto il dubbio che il bitcoin , come molte altre criptovalute, siano destinate a sparire, con un notevole tasso di mortalità, poichè i centri di calcolo che sostengono la blockchain hanno un bisogno estremo di energia elettrica. Il grafici delle crypto, infatti, disegnano oggi il volo di Icaro, che si avvicinò troppo al Sole. Ma è proprio Icaro che ci conduce con il suo volo verso il tema delle energie rinnovabili e sostenibili. Il Sole, l’acqua, il vento…quanto ci possono aiutare invece?

Nei giorni scorsi ho assistito ad un webinar di una giovane azienda italiana (non la cito per ovvi motivi) che presentava la sua proposta di investimento ad un Club Deal costituente. Questa azienda ha già creato una decina di infrastrutture (main farm) all’interno di centrali idroelettiche. L’obiettivo del “Club Deal” è quello di capitalizzare in forma di rendimento cio’ che accade nella blockchain, attraverso un apporto di capitali, volto ad implementare altre strutture simili all’interno di altre centrali idroelettriche in Italia e all’Estero.

Con grande mia sorpresa ho appreso che molte piccole Centrali Idroelettriche costruite nel nostro Paese nel secolo scorso non sono assolutamente sostenibili in termini economici. Lo erano finchè lo Stato le sosteneva con gli incentivi, ma nel mercato energetico italiano attuale non lo sono. Molte destinate quindi alla chiusura. Il modello di business di questi intraprendenti ricercatori/imprenditori è quello di creare delle unità di consumo all’interno delle centrali idroelettriche volte a trovare  un impiego immediato nella blockchain, evitando dispersioni di energia e costi di trasporto.

Nuove fonti e processi economici

Questo processo alimenta i centri di calcolo utili a validare le transazioni legate alla blockchain. Le centrali idroelettriche trovano quindi una nuova fonte per sostenersi economicamente sulle ceneri di un modello di business che non reggeva, grazie ad un nuovo modello di business rivolto invece al futuro.

Questa giovane impresa non mina bitcoin ma sostiene dal punto di vista energetico chi lo fa, e l’interesse del Club Deal è rivolto a questo aspetto e alla sua attuale concretezza. Le transazioni finanziarie tra i soggetti coinvolti vengono regolate in bitcoin, perchè tutto questo processo è finalizzato alla produzione di essi ma, vista la volatilità dei mercati, vengono immediatamente convertiti in euro. I processi di validazioni necessari alla blockchain trovano la loro fonte di energia pulita.

Ecco quindi un esempio concreto di come il mondo si stia muovendo verso una sostenibilità che coinvolge più soggetti all’interno di un processo di business creativo, ma grondante di competenze. La finanza (sempre orientata al profitto e che si tiene ancora distante dagli eccessivi rischi) apporta del capitale per foraggiare qualcosa di reale (nulla è più reale e presente di una centrale idroelettrica!) per risolvere il problema di un’economia, quella delle criptovalute, che ancora non ha trovato la sua piena identità (ci vuole del tempo).

Conclusioni

Tirando le somme di un ragionamento serrato, rimane il paradosso di un bitcoin che viene tacciato di non essere sostenibile per l’ambiente e che invece in taluni casi si prende delle belle rivincite rimediando agli errori passati, e forse alimentando l’idea che sono le strutture che creano nuove fonti di energia alternativa, a non essere sostenibili.

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