• 26 December 2024
AI Metaverso e Parkinson

Ormai non possiamo più discernere la ricerca scientifica dall’utilizzo delle nuove tecnologie abilitanti. Non possiamo pensare che si possa trovare una strada alternativa all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso in ambito medico, soprattutto dopo le ultime scoperte. Tra l’utilizzo della Realtà Virtuale, Mista e Aumentata, il mondo della salute ha iniziato ad orientarsi verso nuove forme tecniche di assistenza e di intervento. Lo studio delle malattie rare, lo screening fatto con l’AI e i nuovi orizzonti della chirurgia sono ormai l’aspetto più innovativo al quale si sta abituando il mondo sanitario.

Parkinson e Metaverso

Il Metaverso non è un gioco. Il mondo immersivo non è solo il palcoscenico degli appassionati di real-gaming. La Realtà Virtuale è invece un concetto totalmente nuovo e che rispecchia la possibilità di trasportare qualunque tipologia di paziente all’interno di uno spazio codificato, protetto e soprattutto idoneo per l’esercizio di nuove terapie. E sono tante le patologie che ancora non hanno trovato un riscontro, per così dire, “nella realtà”, che si sia dimostrato a carattere risolutivo. Tra tutte queste, quella più temuta, per la percentuale di insorgenza è il Parkinson. Malattia neurodegenerativa con un lento e progressivo avanzamento, appartenente alla categoria dei “Disordini del Movimento”, il Parkinson coinvolge soprattutto il controllo delle movenze e tocca l’equilibrio globale.

Ambienti virtuali e opportunità

In termini di patologie mentali o rare, il Metaverso può offrire sicuramente nuove opportunità di diagnosi e di trattamento. Ci sono diverse aziende che stanno sviluppando ambienti virtuali per aiutare le persone con fobie o disturbi dell’ansia a superare le loro paure. Il percorso riabilitativo o di supporto per soggetti affetti da Parkinson è stato dimostrato che trae giovamento dalle terapie create all’interno di environment virtuali. All’interno di questi, attraverso esercizi mirati è possibile migliorare la coordinazione e le capacità di movimento dei pazienti stessi.

Intelligenza Artificiale e Parkinson

Un giovane studente di robotica di Novara è riuscito a creare un algoritmo in grado di scoprire l’insorgere della malattia neurodegenerativa sugli esseri umani. Nello specifico, questo algoritmo riesce ad individuare le prime fasi che caratterizzano la malattia, cioè quando i sintomi del tremore e della difficoltà nel camminare non sono ancora un’evidenza osservabile. L’algoritmo è in grado di osservare e registrare i primissimi tremori della spalla e del gomito. Attualmente, sono già partite le sperimentazioni e i risultati sembrano davvero incoraggianti. Questo ci fa capire come l’innovazione sia una strada da percorrere senza alcun tipo di reticenza. L’AI sta dimostrando infatti di poter rivoluzionare qualunque tipo di settore medico

Applicazioni future e Telemedicina

Già lo scorso anno ci si era portati avanti nello studio delle malattie degenerative come Parkinson e Alzheimer, attraverso un sistema innovativo creato da ENEA e il Policlinico di Tor Vergata di Roma, con l’obiettivo di implementare il tutto in soluzioni di possibile Telemedicina. Quello che è sempre più sicuro è che la possibilità tecnologica di registrare (anche attraverso fotocamere HD), misurare e monitorare a distanza il grado di deficit motorio di un paziente, sarà la strada per interventi più mirati e personalizzabili. Le Nuove tecnologie permettono di monitorare un paziente con un basso impatto, valutando, anche a distanza, il suo stato di salute e di progressione della malattia.

Alzheimer e Intelligenza Artificiale

Ricercatori dell’Università di Lipsia, attraverso l’utilizzo di tecniche di analisi di Deep Learning sono riusciti a creare una linea di apprendimento automatico in grado di selezionare le varie tipologie di forme di demenza. Attraverso il monitoraggio e le scansioni effettuate sui pazienti, hanno capito che l’AI riusciva a riconoscere (apprendendo) i modelli di demenza consentendo così una diagnosi molto più veloce. Tra queste è stata inserita anche la patologia legata all’Alzheimer, e tutte quelle altre forme di deterioramento e cambiamento del linguaggio, personalità e funzioni motorie.

Nuove tipologie di ricerca

Rispetto alla modalità di approccio precedente, oggi è possibile quindi, attraverso l’utilizzo dell’Ai e del Metaverso, identificare malattie specifiche e proporre piani terapeutici riabilitativi in maniera precoce. Tutto questo si mostra come un’evidenza importante soprattutto nelle gestione e nella proposta di terapie decisive ma fatte su misura, adattabili cioè ad ogni paziente seguendone la storia individuale. E anche se il decorso di queste malattie tende a non fermarsi, è possibile comunque adottare, nelle prime fasi dopo la diagnosi, stili di vita che prevedano un supporto innovativo e tecnologico.

Conclusioni

L’intervento delle nuove abilità tecnologiche suggerite dall’algoritmo per eccellenza, di cui tanto si parla oggi , ma che già da un ventennio definisce la strada di molta ricerca, è quindi una strada da percorrere. Che si tratti di analisi, supporto, definizione di percorsi anamnestici, o di semplice catalogazione di dati, le nuove forme di approccio tecnologico o di futura Telemedicina, sono la porta per un sicuro miglioramento del funzionamento di ogni sistema sanitario. Attraverso queste tecnologie è possibile formare i medici del futuro e aprire strade di intervento in ogni percorso scientifico.