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Nel 2021, un team di ricercatori ha compiuto un passo rivoluzionario nella lotta contro il cancro al seno. Hanno sviluppato Mirai, un sistema basato sull’intelligenza artificiale (IA) capace di prevedere l’insorgenza del tumore fino a cinque anni prima della diagnosi clinica convenzionale. Questa innovazione sfrutta linee di deep learning in maniera tale da apprendere e perfezionarsi attraverso l’esperienza e l’analisi di grandi dataset.
Come funziona Mirai
Il processo inizia con l’analisi post acquisizione, delle mammografie a raggi X. Dopo il primo step, un algoritmo specializzato elabora le immagini, estraendo quelle che ritiene possano essere la informazioni più importanti da tenere in considerazione. Le immagini vengono poi combinate con altre scansioni digitali per una visione ancora più completa. Durante il processo Mirai considera simultaneamente fattori come età, peso, valori ormonali e storia familiare. Il sistema elabora in questo modo, una previsione del rischio di sviluppo del tumore nel corso di 1-5 anni. Questo pone l’attenzione anche su di una vera e propria rivoluzione analitico-diagnostica, ossia la possibilità di non avere differenze etniche nel modulare lo screening mammografico.
E’ possibile quindi annullare le differenze di “visione” interna, proponendo il test praticamente (così come è stato fatto nel corso di questi ultimi tre anni) su popolazioni diverse. E in particolare, Mirai è stato testato in tre ospedali situati in aree geografiche e culturali diverse: Stati Uniti, Svezia e Taiwan. Questo approccio multinazionale è stato cruciale per verificare l’efficacia del sistema, un aspetto spesso trascurato nei modelli predittivi esistenti. E questo perché molti modelli predittivi precedenti avevano mostrato lacune significative nell’analisi dei dati relativi alle donne afroamericane. In queste donne, come spiega la letteratura, è molto più frequente che si manifestino alcune mutazioni genetiche, come quelle nei geni BRCA1 e BRCA2. Mirai ha dimostrato di superare queste barriere etniche, offrendo risultati promettenti per tutte le popolazioni analizzate. Il sistema usa, a questo proposito, dataset diversificati durante la fase di addestramento. Implementa quindi algoritmi progettati per minimizzare i bias razziali e adattando le sue analisi alle caratteristiche specifiche di ogni gruppo etnico.
L’evoluzione di un nuovo modello: Asym Mirai
Nel 2023, il Dipartimento di Informatica della Duke University di Durham ha fatto un altro passo in avanti procedendo allo sviluppo effettivo di un nuovo modello ancora più innovativo e consono alle esigenze diagnostiche: Asym Mirai. Innovativo soprattutto perché in grado di ridurre di molto gli errori diagnostici, minimizzando così il rischio di falsi positivi e falsi negativi. Asym Mirai è molto più preciso e tocca uno standard di identificazione altissimo, soprattutto nell’evidenziare e scoprire lesioni sottili o atipiche. In più la grande adattabilità lo porta ad essere fondamentale come strumento nell’analisi (di molto perfezionata) di mammografie di donne con tessuto mammario denso, una caratteristica questa molto più comune in alcune etnie.
Per quel che riguarda l’impatto sulla pratica clinica, nello specifico Asym Mirai si propone come nuova metodologia di portare ad avere interventi molto più tempestivi e soprattutto mirati, riducendo così il grave problema attuale dei costi sanitari e soprattutto delle assurde diagnosi tardive. Una possibilità di ottimizzazione qualitativa degli standard diagnostici, accessibili quindi a tutti, e soprattutto una maggiore inclusività e personalizzazione del percorso terapeutico. La medicina personalizzata a questo punto è bene sottolineare che va a rappresentare un vero cambio di paradigma nell’approccio alla salute, passando da un modello “one-size-fits-all” a un trattamento su misura per ogni individuo. L’integrazione dell’IA in questo campo sta accelerando drasticamente questa transizione, soprattutto nell’ambito della prevenzione oncologica.
Conclusioni
Mirai e le sue evoluzioni rappresentano un salto quantico nella lotta contro il cancro al seno. Queste tecnologie non solo promettono diagnosi più precoci e accurate ma offrono anche la speranza di colmare il divario nelle disparità sanitarie legate all’etnia. Mentre la ricerca continua a progredire, possiamo anticipare un futuro in cui l’IA giocherà un ruolo centrale nel garantire una prevenzione oncologica equa ed efficace per tutte le donne.