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Indice
- Comprendere la dislessia. Andiamo oltre i luoghi comuni
- Ripensare la didattica, un cambiamento necessario
- La metacognizione. Insegnare ad imparare
Questo articolo continua in un documento ebook.
La dislessia rappresenta ancora un problema di comprensione nel nostro panorama educativo. Questo disturbo specifico dell’apprendimento, che interessa circa il 10% della popolazione mondiale, richiede un ripensamento radicale delle metodologie didattiche tradizionali. Nel contesto attuale, caratterizzato da una crescente consapevolezza delle neurodiversità e dal rapido sviluppo di tecnologie assistive, diventa molto importante esplorare nuovi approcci pedagogici che possano realmente fare la differenza nella vita degli studenti dislessici.
Comprendere la dislessia. Andiamo oltre i luoghi comuni
La dislessia va ben oltre la semplice difficoltà nella lettura. Si tratta di una differenza neurologica che influenza il modo in cui il cervello elabora le informazioni, particolarmente quelle legate al linguaggio scritto. Gli studenti dislessici spesso possiedono capacità cognitive nella media o anche, spesse volte, superiori, ma sperimentano difficoltà specifiche nella decodifica del testo, nella memoria di lavoro, nell’organizzazione delle informazioni e talvolta nella gestione del tempo.
Contrariamente a quanto si pensa comunemente, la dislessia non è il risultato di scarso impegno o di intelligenza limitata. Al contrario, molti studenti dislessici mostrano eccellenti capacità di pensiero creativo, problem solving e visualizzazione spaziale. Queste caratteristiche, quando adeguatamente valorizzate, possono trasformarsi in veri e propri punti di forza. Peccato che i nostri docenti continuino a non formarsi attraverso corsi erogati ormai da tempo sulle piattaforme ministeriali. Per comprendere appieno la dislessia è necessario allora abbandonare il paradigma del deficit e adottare una prospettiva neurodiversa, che riconosca il valore delle differenti modalità di elaborazione cognitiva. Solo così sarà possibile progettare interventi educativi realmente efficaci e rispettosi delle peculiarità di ciascun studente.
Ripensare la didattica, un cambiamento necessario
Il sistema scolastico tradizionale, basato prevalentemente sulla lettura e scrittura come modalità principali di accesso e dimostrazione dell’apprendimento, mette gli studenti dislessici in una posizione di svantaggio strutturale. L’adozione di metodologie didattiche innovative rappresenta quindi non solo un’opportunità di miglioramento, ma una necessità imprescindibile per garantire equità educativa.
La trasformazione dell’insegnamento per studenti con dislessia richiede un cambiamento di prospettiva che coinvolga molteplici dimensioni, dalla progettazione degli ambienti di apprendimento alla scelta dei materiali didattici, dalle strategie di insegnamento alle modalità di valutazione. Una delle strategie più efficaci per l’insegnamento agli studenti dislessici consiste nell’integrazione di stimoli sensoriali diversificati. L’approccio multisensoriale, noto anche come VAKT (Visivo, Auditivo, Cinestetico, Tattile), si basa sul principio che l’apprendimento risulta potenziato quando coinvolge simultaneamente più canali sensoriali.
Questo significa progettare attività didattiche che permettano ai discenti (di ogni età) di vedere, ascoltare, manipolare e muoversi. Nell’insegnamento della lettura, sarebbe interessante associare ai grafemi non solo i fonemi corrispondenti, ma anche gesti specifici, colori e oggetti concreti che rappresentino le diverse lettere. Le neuroscienze confermano l’efficacia di questo approccio. Quando un’informazione viene elaborata attraverso molteplici canali sensoriali, si creano nel cervello connessioni neuronali più robuste, ed è in questo modo che si facilita la memorizzazione e il recupero delle informazioni apprese.
La metacognizione. Insegnare ad imparare
Un altro elemento che dovrebbe essere presente nella didattica per studenti dislessici è lo sviluppo di competenze metacognitive, ovvero la capacità di riflettere sul proprio processo di apprendimento, riconoscendo strategie efficaci e ostacoli personali.
Gli insegnanti per primi avrebbero bisogno (con grande consapevolezza) di dedicare tempo specifico all’insegnamento esplicito di strategie di studio, organizzazione e memorizzazione, fornendo agli studenti strumenti concreti per affrontare le diverse situazioni di apprendimento. Questo include tecniche per la presa di appunti, strategie di lettura attiva, metodi per la categorizzazione delle informazioni e procedure per l’autovalutazione. Particolarmente utile risulta l’introduzione di momenti dedicati (in modalità quotidiana) al pensiero ad alta voce, durante i quali l’insegnante verbalizza i propri processi mentali mentre affronta un compito, rendendo così visibili agli studenti le strategie cognitive che normalmente rimangono implicite.
E’ bene quindi sottolineare che lo sviluppo di competenze metacognitive consente agli studenti dislessici di diventare progressivamente più autonomi e consapevoli, riducendo la dipendenza dal supporto esterno e rafforzando l’autostima.