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- Intervista a Mr Bitcoin
Non potevo non fargliela, si parla troppo di lui, era giusto. Allora ho deciso di impiantare una struttura a doppio dialogo (un pò come la chiave privata e pubblica della blockchain), però in questo caso non in one way. E così l’ho convocato e gli ho detto che ero pronta. Certo, suona piuttosto strano ammettere di aver intervistato qualcosa di non tangibile, ma si sa, oggi la maggior parte delle relazioni sono più virtuali che altro. E poi siamo quasi in estate e forse sarà per il caldo o perchè proprio la borsa non va granchè, ma io guardo il mio piccolo wallet e piango. Allora urgevano una serie di domande.
Quando un asset digitale se la ride
Prima di tutto lo faccio accomodare, così davanti a me, apro la mia applicazione e per un momento osservo le linee generate da una volatilità pazzesca che sembrano coriandoli lanciati a mezzanotte dopo l’ultimo Carnevale. Alcune sono rosse (purtroppo) altre verdine, ma va bene lo stesso, mi sono scritta una serie di domande per cercare di inchiodarlo, e allora subito parto con la prima.
Devo darti del tu e chiamarti con la B grande o la b piccola?
Con la B grande indicheresti il mio protocollo, con la b piccola ti riferisci invece alla criptovaluta. Tu con chi vuoi parlare?
Che tipo.
Va bene, andiamo per la b piccola, mi accontento. Allora, non ti chiedo chi sia il tuo creatore, anche perchè è probabile che ci sia più di una persona dietro questa idea, ma vorrei semplicemente sapere che intenzioni hai per il futuro e come vedi il mercato attuale centralizzato rispetto al tuo.
Quanto hai detto che hai sul tuo wallet?
Non l’ho detto.
(Sta ridendo tra i denti dorati)
Allora, è molto semplice, la mia inclinazione è quella che mi porta ad affermarmi come dimensione finanziaria parallela, in contrasto con i sistemi attuali centralizzati che risentono ad esempio di problematiche come l’inflazione e poi, fare in modo che quanta più gente possibile possa comprendere l’importanza della libera scelta definita dall’indipendenza della decentralizzazione. E poi lo sai che io ho un termine. In realtà ce lo abbiamo un pò tutti e in questo caso io non faccio eccezione. Non si potranno minare blocchi in eterno, sappiamo perfettamente che nel 2140 tutto finirà perchè verrà raggiunto il limite massino di 21 milioni di codici. Se ci arriviamo. E poi non escludo di poter riuscire a soppiantare, se non a superare, le valute fiat nell’arco di un tempo non troppo lungo. Ecco l’ho detto.
Stai parlando dei pronostici fatti dagli esperti che si riferiscono ad una iperbitcoinizzazione?
Più o meno. Da un lato gli do ragione, perchè se il mercato dovesse diventare molto più forte e strutturato, non ti parlo ancora di regolamentazione, è probabile che il loro limite stimato, che si attesterebbe intorno al 2050 come periodo di decretato dominio da parte mia rispetto alla finanza tradizionale, potrebbe essere possibile. Ci sono però tantissime variabili da prendere in considerazione. Anche la probabilità che tutti gli sforzi dei vari governi per impostare una linea capitanata dalle CBDC possano risultare alla fine vani. Tu ti intendi di finanza decentralizzata?
Poco. Quello che mi piace di più, e su cui cerco di avere un pensiero personale di sviluppo, è la tecnologia blockchain.
(Socchiude per un attimo gli occhi che sembrano brillare)
Cosa dovrebbe sapere la gente quando si parla di criptovalute e nello specifico di te?
Prima di tutto che sono nato in un periodo non a caso. Era il 2008, e la crisi dei mutui subprime aveva portato l’economia globale, con la cartolarizzazione dei mutui da parte delle banche, quasi sull’orlo dell’implosione. Quei bravi ragazzi che hanno redatto il mio White Paper (ops, volevo dire quel bravo ragazzo) hanno avuto un’ottima idea e non a caso proprio un anno dopo ufficialmente venivo lanciato io. Letteralmente lanciato, perchè non mi si filava nessuno. Pensa che mi regalavano. Fortunati quelli che hanno visto lungo. Chi si occupa di finanza ed è davvero esperto, non come te ragazza mia, non mi definisce una moneta. No, per niente. Io sono unicamente una riserva di valore. Ed è questo che vorrei passasse come messaggio. Io nasco per poter fare in modo che ci sia uno scambio di valore tra le parti interessate senza l’ausilio di un intermediario.
E poi sei terribilmente volatile.
Certo. La questione importante però è che io porto con me la filosofia e la meccanica anche della vera decentralizzazione. E questa va letta come una grande conquista alla quale si affidano milioni di persone attualmente. Non solo io come punto riferimento, ma il mio valore come scambio tra due punti che decidono di farlo attraverso la tecnologia blockchain.
Per fare in modo che questo avvenga ci si avvale quindi di un registro distribuito (Distributed Ledger) tra tutti i nodi della rete. Tu ti avvali però della crittografia per quelli che sono i termini legati alle funzioni. Ci spieghi che cosa è questa crittografia una volta per tutte?
La crittografia, detta anche cifratura, è semplicemente un procedimento matematico che permette di nascondere determinate informazioni. Però dovrei parlarti di chiavi pubbliche e private e di algoritmi come l’ECDSA (Elliptic Curve Digital Signature Algorithm) ma non lo farò. Preferisco invece dirti che la blockchain è una soluzione davvero rivoluzionaria e importante per tutto ciò che riguarda il trasferimento in sicurezza di dati e transazioni con una quota di valore condiviso.
Vuoi aggiungere qualcosa sul wallet?
Devo proprio? No perchè avrei da fare, sai questa volatilità mi sfianca non poco. Comunque il wallet, così ti faccio contenta e chiudiamo in bellezza l’intervista, è una porta, una porta d’accesso alla blockchain. E’ il portafoglio delle criptovalute e attraverso il quale è possibile effettuare transazioni sulla stessa blockchain.
In effetti lo vedo un pò sbiadito. Evidentemente ora è soggetto a forte volatilità. Mi fa quasi tenerezza. Lo ringrazio e nel salutarlo gli dico di tirarsi su. Non deve farlo solo per se stesso, ma per tutti quelli come me che pensano che questa dimensione decentralizzata possa in qualche modo rivoluzionare alcune parti del mercato finanziario e non solo, globale. Mi guarda e mi strizza un occhio. Lo vedo come un cenno che si riferisce a qualcosa di bello. E infatti subito dopo guardo il mio wallet e con gioia noto che il ragazzo mi ha fatto un bel regalo, più 0,16% al momento della scrittura.