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Sì, immergiamoci nel mondo di Sora, l’ultima meraviglia partorita dalla fantasmagorica officina di OpenAI, che sembra aver fatto il salto dal testo al video con la grazia di un ginnasta olimpionico. Sora, che prende il nome, dalla parola giapponese “cielo” (空, sora), in contrapposizione a Riku (陸, riku, “terra”), promette di elevarci in un’era di creazione video che, fino a poco tempo fa, sembrava confinata nei sogni più selvaggi degli sceneggiatori di fantascienza.
Sora e il futuro di quello che non immaginiamo ancora
E allora, coraggio! Provate ad immaginare di poter scrivere una frase semplice e di vederla trasformarsi in un video di sessanta secondi così realistico da dover strofinare gli occhi per credere che sia frutto solo di Intelligenza artificiale e non di qualche mago. OpenAI ha deciso di spingere i confini dell’immaginazione ancora più in là, con questa nuova modalità di creazione che riesce a generare non solo scene complesse con più personaggi e movimenti specifici, ma anche a infondere emozioni vibranti in questi stessi personaggi digitali. E se pensate (lo pensate?) che questo sia già abbastanza strabiliante, Sora ha dimostrato di poter creare video a partire da immagini statiche, facendo sembrare la magia una pratica quotidiana.
Ma, come ogni buon film di fantascienza ci insegna, con un grande potere viene sempre una grande responsabilità. E qui entra in gioco l’aspetto black mirror della vicenda: l’etica e le implicazioni sociali. Mentre noi, comuni mortali, ci dilettiamo nell’idea di creare video di golden retriever che fanno podcast dalle cime delle montagne o di nonne che preparano gnocchi in scenari idilliaci, i cervelloni di OpenAI stanno già affrontando i dilemmi etici che questa tecnologia porta con sé. La questione non è tanto possiamo?, ma il quanto dovremmo?, specialmente considerando il periodo in cui ci troviamo a livello globale. Con grande facilità potrebbero essere creati video fuorvianti o completamente falsi, un vero e proprio buffet per chi si ciba di disinformazione. E questo sappiamo ormai che non va bene.
Qualche piccolo dubbio su Sora
Perché, ci chiediamo, OpenAI gioca a carte coperte su come Sora è stato costruito? Beh, prepariamoci a una trama degna di un thriller tecnologico. Dovremmo vedere OpenAI come un vero mago (prima lo avevamo accennato…) che, dopo aver tirato fuori dal cilindro un coniglio capace di trasformare il testo in video mozzafiato, si rifiuta di rivelare il segreto dietro l’incantesimo. Non è che non vogliano condividere il trucco per mera riservatezza, ma piuttosto perché il coniglio, in questo caso Sora, è un po’ più complesso e potenzialmente problematico di quanto appaia.
Sora, con le sue capacità di creare video fino ad un minuto partendo da semplici prompt scritti, rappresenta indubbiamente un salto quantico nel campo dell‘IA generativa. Ma nel vasto e intricato universo dell’IA, con i suoi potenziali rischi etici e sociali, OpenAI ha optato per una strada cautelativa, forse per evitare di inciampare nelle stesse pietroline che hanno caratterizzato il percorso di ChatGPT, il quale ha avuto la sua giusta dose di controversie e cause legali per l’uso di opere protette da diritto d’autore nella sua fase di addestramento.
La mancanza di dettagli su come Sora sia stato effettivamente costruito solleva domande tanto affascinanti quanto preoccupanti. Cosa si nasconde dietro il velo di mistero? Quali fonti di immagini e video sono state usate per insegnare a Sora a trasformare il testo in video così realisticamente dettagliati? OpenAI, consapevole delle potenzialità rivoluzionarie ma anche dei pericoli insiti in una tecnologia così avanzata, ha deciso di procedere con cautela, collaborando con esperti in vari campi per testare il modello in modo avversario e sviluppare strumenti per rilevare i contenuti fuorvianti.
Ad ogni dubbio la sua non-risposta
In un’era in cui la linea tra realtà e finzione diventa sempre più sottile, specialmente nel mondo digitale, la decisione di OpenAI di tenere le carte coperte su Sora potrebbe essere vista come un atto di responsabilità, una mossa per assicurarsi che il futuro della generazione video basata sull’IA sia non solo tecnicamente impressionante ma anche eticamente solido. OpenAI, però, non è nuova a queste riflessioni e sta già mettendo in campo misure per assicurare che Sora non diventi lo strumento prediletto dei fabbricatori di fake news. Tra red teaming, classificatori di rilevamento, e collaborazioni con esperti in vari campi, si sta cercando di arginare i potenziali abusi prima ancora che possano diventare un problema. Sora sembra promettere un futuro in cui la creazione di contenuti video sarà alla portata di tutti, trasformando idee astratte in realtà digitale con un semplice prompt.
Conclusioni
Ma come in ogni buona narrazione, l’ombra del conflitto aleggia sullo sfondo, ricordandoci che ogni nuova frontiera porta con sé nuove sfide. Sarà affascinante vedere come OpenAI e il resto del mondo affronteranno queste tematiche (o meglio dovremmo dire probematiche), navigando tra le acque increspate dell’innovazione e della responsabilità etica (soprattutto). Il problema è che però a noi piace molto tutto questo, perché non è altro che l’incipit di qualcosa di realmente straordinario. E quindi, in attesa che Sora diventi disponibile al pubblico, possiamo solo immaginare quali altri mondi meravigliosi (e forse un po’ inquietanti) l’AI ci riserverà nel prossimo futuro.