• 16 September 2024
Intelligenza artificiale è il futuro

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Molte volte la critica può destabilizzare i progressi dell’innovazione. Il giudizio insindacabile, spesso non supportato da consapevolezza profonda dell’argomento, riesce spesse volte a fare danni. Se parliamo di intelligenza artificiale nel campo della crescita economica e culturale (ma soprattutto scientifica) del nostro panorama italiano, abbiamo molto di cui vergognarci. Siamo completamente a digiuno di quelle che sono le principali dinamiche di approfondimento che riguardano il poter comprendere attraverso “l’apprendere” logico di qualunque contenuto. L’AI è stata demonizzata e molto ben definita come la nascita di un problema dal quale è meglio stare alla larga. Impoverimento culturale, scarsità di posti di lavoro nell’immediato futuro, non attendibilità della generazione di contenuti, e potrei fare una lunga lista di quello che sta accadendo ormai da un paio di anni.

Alfabetizzazione e intelligenza artificiale

Le sono state date tutte le colpe possibili ed immaginabili. E moltissime volte, non abbiamo alcuna idea di ciò di cui stiamo parlando all’interno di confronti che generano solo confusione. Eppure sarebbe così facile procedere ad una alfabetizzazione della popolazione (almeno quella aziendale) per poter vedere nello specifico l’effetto che questa tecnologia (scoperta già tanto tempo fa) può esercitare sulle nostre vite. Peccato davvero che la comunicazione sia completamente avulsa dal mostrare i reali meccanismi di implementazione dell’AI con un conseguente e valido aumento delle competenze e della produttività.

Ci lamentiamo sempre del fatto che il tempo sia poco e mal strutturato all’interno della catena di montaggio professionale ed esistenziale delle nostre giornate. Ebbene, l’intelligenza artificiale in questo ci può essere di grande aiuto. E quando parliamo di aiuto non ci riferiamo alla sostituzione totale dei compiti svolti da un individuo, ma al semplice potenziamento di questi stessi e con una riduzione delle tempistiche davvero incredibile. Perchè queste sono nello specifico le paure che ci hanno voluto mettere in testa.

DSA e AI

C’è poi un campo in particolare a cui ho dato personalmente grande attenzione, ed è quello del mondo dei DSA. E’ ormai prassi comune (per leggi approvate) dare agli alunni una relativa autonomia nella gestione delle mappe concettuali (sposto l’argomento direttamente su di un esempio pratico). Questo però non è in realtà, almeno come è stato fatto fino a questo momento, uno stimolo effettivo ad essere indipendenti, dato che la generazione di una mappa concettuale o deve essere fatta da un insegnante (spesso non preparato sui DSA) o da un genitore stanco di provvedere anche a questo.

L’Intelligenza Artificiale gioca ora un ruolo davvero importante in questo campo. Qualunque alunno o corsista, può generare da solo le proprie mappe concettuali, partendo da un contenuto caricato su di un tool specifico di AI. E questo è un passo importante perchè crea un precedente sul quale andare a lavorare. L’AI può fare davvero tantissimo per i disturbi specifici dell’apprendimento e non solo all’interno di contesti scolastici, ma anche professionali (si è DSA tutta la vita).

Modelli, tool e apprendimento globale

L’interrogazione, l’addestramento e il confronto algoritmico con un modello di intelligenza artificiale è una base di supporto e crescita mentale che non possiamo mettere da parte. Non è la macchina a suggerirci ma siamo noi a tessere una rete di domande e quesiti mirati che a loro volta generano un ragionamento matematico che a cascata ricade sulle nostre idee. Noi abbiamo idee che partono dall’esperienza, e questo molte volte lo dimentichiamo, soprattutto quando ci riferiamo alle nuove tecnologie. Riuscire a creare un contenuto che sia innovativo, di supporto e soprattutto specifico in termini obiettivi strategici, a qualunque età, deve essere per tutti una possibilità e non un anatema.

Conclusioni

L’informazione e la formazione, queste per me le due colonne su cui il nostro Bel Paese dovrebbe iniziare a fare la differenza. In ogni campo, da quello del primo apprendimento fino alla messa in opera di ogni singola professionalità. Che ci si muova allora a creare corsi interni di approfondimento o perfezionamento riguardanti i temi legati alle nuove tecnologie, perchè se non si comprenderanno le reali possibilità di inclusione e di crescita, allora l’Italia dovrà farsi carico di questa mancanza, restando indietro rispetto ad altri contesti mondiali. Abbiamo molto da imparare da quelle che sono le strade di evoluzione tecnologica, e questo dovrebbe essere ormai chiaro per tutti.