25 Settembre 2023 aggiornato alle 12:54
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Interviste

I ragazzi della Daedalus-XR

Daedalus-XR

Il punto interessante è che sono giovani. Davvero tanto. Ed è quello che ci si aspetterebbe da un giusto mercato in crescita che ospita nuove teste. Nuove però davvero. Non rigenerate, né tardivamente formate. Vent’anni e un mare di propositi da mettere in atto in campo Web3. Abbiamo incontrato Samuele Spotti, Co-Founder and Head of Growth di Daedalus-XR.

La cultura tridimensionale

Sono cinque e tutti con la voglia di sperimentare e dimostrare al mondo (viviamo in un era global) che fare cultura attraverso l’utilizzo delle Nuove Tecnologie XR è davvero una grande opportunità. Oltre a Samuele Spotti, ci sono anche Lorenzo Tesei, Alessandro Bertozzi, Gabriele Fiorenza e Michele Gallone. Il sito della startup, in senso di location d’origine è Cesenatico. Un posto che fa pensare a tutto (in particolare all’estate passata in famiglia sulle spiagge affollate e allegre) tranne che al nuovo design che sta prendendo l’arte attraverso la VR e la AR. Questi giovani imprenditori, con studi di stampo umanistico, creano ambienti 3D e fanno in modo che gli utenti possano immergersi in una nuova concezione di arte figurativa digitale.

Possiamo definirci degli umanisti digitali, per il semplice fatto che pur lavorando con le nuove tecnologie mettiamo sempre la persona al centro”, mi dice Samuele. E quando gli chiedo come sia nata la startup mi risponde raccontandomi di una professoressa molto in gamba e di un percorso universitario bolognese in Digital Humanities con conseguente unione di intenti e progettazione imprenditoriale. Questi cinque precursori hanno le idee molto ben chiare soprattutto in fatto di progettualità. Ed è proprio alla parte museale che vogliono dare il loro apporto e contributo. E’ nell’approcciarsi degli utenti ai nuovi metodi di conoscenza del nostro patrimonio artistico e non solo che intendono intervenire con nuove soluzioni virtuali.

E’ una sfida quella che concepiamo come innovazione. Pensiamo che sia giusto creare per l’utente qualcosa che rappresenti l’arte ma che non sia piatto. Personalmente, durante la mia esperienza irlandese, ho creato un’opportunità di visione virtuale per l’opera di Gerard DIllon, Self Contained Flat. L’opera fa parte dei contenuti esposti  alla mostra Reimagine Remake Replay: Power to the Young People, di Dublino”.

Quando gli chiedo una sua opinione o riflessione a proposito del Metaverso, e di quello che sta accadendo intorno a questo fenomeno, Samuele mi risponde con grande tranquillità.

Sicuramente il processo sarà lungo. Siamo solo agli inizi. Quello su cui insisto sempre è non smettere di dare attenzione alle persone. Sicuramente il Metaverso porterà grandi benefici alle aziende, così come al settore della Cultura, che poi è la nostra specializzazione, ma bisogna sempre stare attenti al focus giusto”.

Quello che i ragazzi della Daedalus-XR vogliono fare (tra le tante cose) è aprire alla popolazione, mi spiega Samuele, tutti quei ritorni positivi che può portare la cultura rivista attraverso le Nuove Tecnologie XR.

Ci stiamo catapultando nei meandri del Web3 senza ancora aver fatto i conti con tutti i rischi che può aver procurato il Web2. Quando c mettiamo al lavoro e cerchiamo di proporre soluzioni per il museale, sappiamo di essere sempre supportati da tecnici validi e studiosi. Quello che facciamo è cercare di rendere l’opera ancora più interessante, perché osservata in modo nuovo. Sono tante le sfide nel mondo culturale, ma comunicare bene un’esperienza vuol dire proteggere anche gli utenti. Uno fra tutti i punti è sicuramente quello relativo alla privacy”.

A questo punto, trovandoci in zona arte e musei non posso non domandargli cosa ne pensi o si aspetti dal mercato attuale dei Non Fungible Token (NFT).

Se ci riferiamo allo schema della blockchain è una soluzione che ritengo molto importante per il futuro. Saranno molti e diversi i settori in cui potrà essere applicata, da quello legale fino alla linea economica. Anche il mondo dell’arte e del Web3 trovano vantaggi e benefici nell’adozione della rete blockchain. Credo però che forse si sia creata una bolla che potrebbe mettere a rischio il valore reale ed intrinseco che c’è dietro un NFT. Le esperienze virtuali nel Metaverso saranno comunque collegabili e collegate agli NFT. Ci sono tantissimi progetti interessanti, ma anche tante persone che se ne approfittano. Quello che non bisogna rischiare è poi una conseguente perdita del valore raggiunto”.

Se tutti i ventenni parlassero con la saggezza e la proprietà di linguaggio di Samuele, comprerei subito una casa virtuale su di una piattaforma immersiva e aspetterei di vedere il primo sorgere dell’alba in compagnia di un futuro veramente entusiasmante. Questa giovane startup promette davvero bene. Non solo per la capacità di sintetizzare e informare sulle proprie aspettative da parte di uno dei suoi fondatori, ma perché quello che si evince è la voglia di confrontarsi, collaborare e conoscere nuove realtà. Questo dovrebbe essere il vero spirito di chi si avvicina al Metaverso come sviluppatore di nuove possibilità. E questa dovrebbe essere la tranquillità di pensiero di chi sa che con umiltà e voglia di imparare si raggiungono grandi obiettivi. Sempre.  

Questo il loro sito www.daedalusxr.it

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