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- Crollo e rinascita degli NFT
La dimensione degli NFT con il suo evolversi continuo sta convertendosi in una ben distinta struttura settoriale. Da una parte il mondo del gaming con il quale sembra essere andata sempre di pari passo (sembra), dall’altro tutto quello che concerne gli smart contracts.
Reale uso dei token
Cosa sta cercando il mercato? E cosa inseguono gli utenti? Solo un anno fa avevamo tutti avuto l’impressione che gli NFT sarebbero stati un enorme parte del futuro dei videogames. E tutto questo veniva traslato come opzione futura di un business molto forte per le aziende produttrici. Sono state molte le realtà che hanno investito ben conoscendo le potenzialità dei token non fungibili. Ci sono state anche molte critiche e supposizioni inerenti a possibili bolle economiche legate alla pura speculazione. Ecco, qualcosa nell’aria è rimasto, perché lo sviluppatore e creatore del celebre gioco Minecraft, Mojang, ha deciso di decimarli dalle sue lands. La decisione però non è arrivata senza una valida motivazione. Attraverso la pubblicazione di un post molto esplicativo, ufficialmente è stato spiegato che la non implementazione degli NFT all’interno del gioco nasce da una scelta consapevole e meditata. I token non fungibili potrebbero quindi “creare modelli di scarsità ed esclusione che sono in conflitto con le linee guida e lo spirito di Minecraft”.
La strada sterrata degli NFT
E se Majong ha deciso di voler creare o forse ripristinare una strada che sia chiara e che garantisca a tutti i giocatori un’esperienza sicura ed inclusiva, altre società come Square Enix e Ubisoft, non la pensano così. Il discorso verte comunque sempre sull’uso responsabile e chiaro dei token. Se Minecraft non utilizzerà la rete blockchain come cardine di sviluppo e condivisione integrata all’interno del gioco, qualche domanda sull’eticità dell’uso è sempre meglio farsela. La società fa sapere attraverso il post che ci sarà comunque uno sguardo al futuro evolversi dell’uso della linea dei registri condivisi.
“Presteremo anche molta attenzione a come la tecnologia blockchain si evolve nel tempo per garantire che i principi di cui sopra vengano trattenuti e determinare se consentirà esperienze più sicure o altre applicazioni pratiche e inclusive nel gioco. Tuttavia, non abbiamo in programma di implementare la tecnologia blockchain in Minecraft in questo momento”.
Quando la community parla
Tutta questa decisione si è comunque creata attraverso il confronto tra la società produttrice del gioco e la community stessa dei giocatori. L’argomento principale trattato è stato sicuramente quello sulle criptovalute. Gli asset digitali sono stati definiti non appropriati per il settore e alquanto controversi. Se un giocatore non è in grado di acquistare un NFT questo lo posiziona su di un livello inferiore rispetto agli altri partecipanti al gioco. Le criptovalute quindi collegate all’acquisto di NFT utilizzati, così come in altri giochi per poter avanzare di livello o per poter ottenere gadget, diventerebbero un motivo di discordia e di conseguente esclusione. Quello che si cerca di fare nel momento esatto in cui si dà la possibilità di una condivisione ludica virtuale è la democratica sensazione di far parte di un contesto. Minecraft fa sapere che da sempre questa è la linea della società produttrice e soprattutto del creatore del gioco stesso.
Criptovalute, NFT e discordia sociale
Trasformare tutto in una corsa al profitto, può accadere quando la linea non sia chiara. E questo se capita nel gioco può diversificare gli approcci degli utenti. Mojang l’ha declinata in maniera molto schietta la sua convinzione nel non voler implementare la blockchain collegata agli smart contract all’interno del mondo di Minecraft. Per non dare il potere solo nelle mani di pochi sostiene e soprattutto per non avere a che fare con situazioni poco chiare a livello globale. Una delle paure sembra essere anche quella di poter vedere migrare dal gioco stesso, collegato all’utilizzo di NFT, movimenti di compravendita che esulerebbero dal gioco stesso, ma creati però inizialmente al suo interno.
L’opzione Time sugli NFT
E mentre Mojang grida alla parità economica e sociale, il colosso editoriale TIME entra nella scena degli NFT a gamba più che tesa annunciando la prossima implementazione globale degli abbonamenti collegati unicamente a smart contracts. E quindi? Come funzionano questi due settori così diversificati all’interno della dimensione non fungibile? In un modo molto lineare. Da un lato c’è tutta una favolosa e ingegnosa crescita del mercato che guarda allo sviluppo tecnologico. Dall’altra una striscia continua che parte dal lontano 2021 con Beeple per approdare a innumerevoli tentativi di far combaciare token e rappresentazioni digitali allegate. Chissà se Mike Winkelmann insieme con la lungimirante vendita operata da Christie’s per appena 69 milioni di dollari, ci ha davvero insegnato qualcosa. Da quel momento i collezionisti di tutto il mondo si sono fiondati su di un gruzzolo volatile (perché legato alle criptovalute) che nell’arco di appena un anno e mezzo ha generato un capitale di ritorno globale talmente ampio da farsi qualche domanda.
La spasmodica corsa degli NFT
Eppure, anche se la scorsa annata ha visto una crescita del settore con un picco di venite giornaliero registrato intorno alle 225 mila vendite, ora le cose stanno prendendo un’altra direzione. Il numero di scambi ad oggi è molto sceso, quasi con picchi del 90%. Stessa sorte per i portafogli digitali, i wallet, che danno accesso alla blockchain e che ospitano gli acquisti di NFT. Si parla di calo di entusiasmo e di verifiche fatte su settori in realtà ancora poco conosciuti dalla massa. Quello che invece sembra promettere molto bene è l’utilizzo degli smart contracts all’interno della linea pubblica e amministrativa che sta facendo della blockchain un punto di riferimento. E anche settori come l’editoria e il servizio sanitario globale puntano lo sguardo sulla trasparenza e la disintermediazione degli NFT.
Decentralizzazione e realtà
Molto ci sarebbe da dire sulla vera filosofia degli NFT e su quella della reale decentralizzazione. Abbiamo visto crescere lo strapotere di realtà ingannevoli (ma riconosciute e portate avanti dalla community) come Bored Ape Yacht Club, creata da Yuga Labs, e ci siamo chiesti come fosse possibile tanta volatilità di intelligenza. Eppure se la community decide di seguire una linea e di farla crescere in automatico ne decreta anche la fortuna e il successo. Sì, ma per quanto tempo? Ci piace invece l’idea di contemplare l’utilizzo degli smart contracts e quindi degli NFT come pratica quotidiana per gestire con maggior fluidità e trasparenza tutta una serie di settori che riguardano la nostra vita quotidiana. Questo perché il processo di sviluppo tecnologico dovrebbe sempre fare la differenza nella crescita intellettiva della propria società di riferimento. E se una scimmia si annoia un po’ di più non è che sia poi così importante per la storia del mondo.