Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noti le modalità e i termini per la presentazione delle domande inerenti ai finanziamenti del Fondo per lo Sviluppo delle Tecnologie e delle Applicazioni di intelligenza Artificiale, blockchain e IoT.
Il Fondo che investe nel futuro
La partenza iniziale della disponibilità di investimento, perché di questo dovrebbe trattarsi, è di 45 milioni di euro. Start per la richiesta della quota da stabilirsi in forma di agevolazione sarà il 21 settembre. Focus soprattutto sui progetti di ricerca che riguardano l’innovazione tecnologica legata al Web 3.0. Per dare la possibilità a tutti di procedere con step lineari e chiari, già da metà settembre sarà possibile precompilare una domanda per un primo inserimento dati su piattaforma online. Obiettivo del Fondo sarà quello di finanziare settori come quello dell’Educational, ad esempio, la cultura, l’Healthcare, e il settore del turismo tra tanti altri. Le agevolazioni partiranno da un minimo di 500 mila euro fino ad un massimo di 2 milioni di euro.
L’Europa digitale
L’Italia si sta quindi adeguando alla corrente di investimenti nel nuovo ciclo di espansione tecnologica. Fa riflettere l’accento posto sull’importanza dei progetti che verranno presentati legati alla rete blockchain.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha dichiarato:
“Sosteniamo gli investimenti delle imprese in tecnologie all’avanguardia con l’obiettivo di favorire la modernizzazione dei sistemi produttivi attraverso modelli di gestione sempre più interconnessi, efficienti, sicuri e veloci. La sfida della competitività richiede all’industria manifatturiera una costante capacità di innovare e cogliere le potenzialità delle nuove tecnologie”.
La tipologia delle aziende che potrà avere accesso ai finanziamenti viene fatto sapere che potrà essere di qualunque dimensione, ciò che resta come prerogativa basilare è quella di riferirsi a progetti mirati che riguardino le Nuove Tecnologie, Ai e IoT. Resta questo un momento fondamentale per l’avvio di un percorso che coinvolgendo tutta l’Europa porterà l’Italia ad uniformarsi alle regolamentazioni proposte, oltre che alla possibilità di accedere a determinati finanziamenti.
Fondo per lo sviluppo e regolamentazione crypto
Il parlamento dell’UE (MiCa) si sta muovendo per arrivare ad una normativa che coinvolga tutte quelle che sono le attività collegate alle criptovalute. Anche se il quadro attualmente vede pareri discordanti tra gli esperti, la mossa è fatta. Le domande sono tante, soprattutto in vista della crisi economica che tendenzialmente caratterizzerà presto molti Paesi. Combattere l’inflazione attraverso l’adozione di asset digitali regolamentati sembra non convincere gli addetti ai lavori.
Mentre alcuni sostengono che una normativa concordata potrebbe porre fine al trend ribassista all’interno dell’ambiente crypto, altri vedono un possibile rallentamento del mercato europeo. Il MiCa è stato definito già a partire dal 2020. Questo perché la mancanza di una reale regolamentazione e di vigilanza all’interno delle linee legate agli asset digitali da tempo ormai crea equivoci legali. Molti fornitori di crypto-attività sono costretti a dover seguire tutta una serie di legislazioni che differiscono a seconda degli Stati.
Connessioni e lungimiranza
Fa pensare questa dicotomia. Da un lato il Ministero per lo Sviluppo Tecnologico mira a finanziare diverse realtà che operino in favore della decentralizzazione tecnologica. Dall’altro, sono molti i paletti messi di fronte all’utilizzo di questa democratica indipendenza legata al mercato degli asset digitali. Le norme e le regole messe in atto dal MiCa potrebbero invece che agevolare, delimitare troppo lo slancio competitivo dei mercati europei. Se il Web 2.0 aveva creato una decelerazione, ora dovrebbe essere invece il momento di guardare al nuovo futuro tecnologico, cercando di avere un dialogo lineare sui due fronti. O si decide di regolamentare in maniera massiccia il settore o si guarda al futuro dell’innovazione. Non ci sono altre strade.