• 22 December 2024
metaverso e sport

Ha fatto notizia la prima partita di calcio trasmessa nel Metaverso. Quello che è successo è stato ricreare un’ambientazione virtuale dentro la quale gli avatar si potevano ritrovare e guardare insieme la partita. Un nuovo volto dello sport?

Considerazioni a freddo: un autogol!

Siamo proprio sicuri di voler assistere a questo tipo di evento? Parliamo di sport nel metaverso. Con un casco in testa che pesa mediamente 300gr per circa 90 minuti con una pausa di 15 minuti? E tra un tempo e l’altro sperare che non si tratti di una finale in cui il risultato possa essere decretato dopo altri 30 minuti di tempi supplementari? Credo che la cervicale potrebbe farci desistere molto prima dell’agognato gol! Siamo sicuri che questo sia davvero uno step tecnologico e non un autogol?

Il Metaverso e lo sport

Diciamo che questo non è stato, a mio avviso, uno spot che abbia dato il giusto valore a quanto il Metaverso possa fare per lo sport. Se la prima considerazione è legata al fatto che l’ambientazione virtuale possa avvicinare più fan alla visione di una partita, questo sicuramente è vero. Però il Metaverso potrebbe anche creare nuove opportunità nello sport grazie alle interazioni che si possono realizzare. Incontrare atleti famosi, competere con loro in una o due partite e, ancora, la possibilità di decorare spazi con i propri NFT. Ricordiamoci anche che molti atleti hanno creduto e credono in queste nuove tecnologie.

E-Sports e Metaverso

Un capitolo a parte invece meritano gli E-Sports che si sono guadagnati una grandissima fetta di mercato, dove esistono giocatori professionisti rigorosamente seduti su poltrone super tech in pelle adattate per il gioco in consolle. Trasformare le piattaforme più popolari in spettacolari mondi paralleli, con la completa ibridazione dell’esperienza sportiva e quella «e-sportiva» è l’obiettivo di tante aziende. Immaginate che i prossimi stadi pieni siano in realtà delle arene digitalizzate, in cui magari entriamo grazie a dei visori di realtà virtuale. È quello che chiamiamo Metaverso, no?

Il Metaverso è ciò a cui realmente ambiscono le principali case produttrici di videogames, ovvero ricreare un mondo online parallelo in cui le persone possono «vivere». Un mondo permanente che rimane attivo e va avanti anche quando le persone non sono connesse e che può ospitare diverse tipologie di esperienze. L’obiettivo è ricreare il più possibile la varietà del mondo reale, magari con qualche cosa in più. Non deve sembrarvi assurdo: alcune società sono dichiaratamente a lavoro per realizzare questo sogno.

In generale, i fan degli Esports, ad esempio, in Italia si consolidano a 6 milioni di persone, dove il 65 per cento è composto da uomini mentre la restante porzione da donne. Per quanto riguarda il livello d’interesse per il gaming, il report ha portato alla luce un dato storico per il settore. Le competizioni Esports entrano nella top 10 di quelle più seguite in Italia nella fascia d’età 18-24 anni. I ragazzi appartenenti a questa categoria mostrano più interesse per gli Esports rispetto a competizioni come il Tour De France, Wimbledon, la Bundesliga e l’NBA.

Addirittura, pensate cosa sono riusciti a creare: quest’anno un potenziale protagonista dello sport internazionale, morto nel 2006, è rinato in FIFA 21, uno dei giochi più popolari al mondo soprattutto nelle competizioni e-sportive. Si tratta di Kiyan Prince, giocatore dei Queen Park Rangers assassinato quando aveva appena 15 anni. Ora Kiyan vive nel mondo parallelo frequentato da milioni di giocatori più o meno della sua età.

Conclusione

Qualcuno oggi su LinkedIn scriveva così: ”Avevamo bisogno di Milan-Fiorentina nel Metaverso? Sì, ma per favore non così”. Ecco concordo che il Metaverso possa dare tantissime, enormi possibilità a livello di valore aggiunto ma cerchiamo di non rendere qualsiasi cosa un’esperienza solo per fare del rumore e del marketing di basso livello senza lasciare spunti per poter costruire qualcosa di davvero innovativo.


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