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Starlink è un’ambiziosa costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) sviluppata da SpaceX, l’azienda aerospaziale fondata da Elon Musk.
Cos’è Starlink e come funziona
Starlink è costituita da migliaia di piccoli satelliti che orbitano a circa 550 km dalla superficie terrestre. Questo è molto più vicino rispetto ai tradizionali satelliti per le telecomunicazioni in orbita geostazionaria (GEO), che si trovano a circa 36.000 km di altitudine. Ogni satellite Starlink pesa circa 260 kg e ha le dimensioni di un tavolo da caffè quando è compatto. Una volta in orbita, il satellite dispiega un grande pannello solare a forma di libro e antenne di comunicazione. Questi satelliti formano una rete mesh in orbita, comunicando tra loro attraverso collegamenti laser ottici e con le stazioni terrestri.
La caratteristica fondamentale di Starlink è la sua orbita bassa, che offre due vantaggi principali: innanzitutto, la riduzione della latenza, poiché la distanza più breve significa che i segnali impiegano meno tempo a viaggiare tra terra e satellite (circa 20-40 ms contro i 600+ ms dei sistemi satellitari tradizionali); in secondo luogo, una maggiore capacità di banda, dato che la vicinanza alla Terra permette di utilizzare frequenze più alte e di servire aree più piccole, aumentando la capacità complessiva della rete.
Il Dishy McFlatface e lo sguardo dall’alto
L’obiettivo principale è attualmente quello di fornire connessione Internet a banda larga globale, in particolare nelle aree remote dove le infrastrutture terrestri sono assenti o, nella maggior parte dei casi, inadeguate. In queste zone (rurali, regioni montuose, isole remote, nazioni in via di sviluppo) stendere cavi in fibra ottica sarebbe economicamente insostenibile. L’utente finale utilizza quindi un terminale ricevente (chiamato Dishy McFlatface) che assomiglia a un disco parabolico appiattito. Questo terminale esegue automaticamente il puntamento verso i satelliti visibili, passando da uno all’altro mentre orbitano sopra la posizione dell’utente.
Impatto potenziale
Partiamo dalle telecomunicazioni. Starlink è riuscita a creare un sistema totalmente globale. Nelle aree remote dove la connettività era limitata, ora è possibile avere accesso a banda larga con prestazioni simili a quelle delle connessioni fibra urbane. Così si riduce il divario digitale tra aree urbane e rurali. Siamo consapevoli del fatto che l’accesso a Internet ad alta velocità può trasformare economie locali permettendo ai professionisti di lavorare da qualsiasi luogo grazie al lavoro remoto. La telemedicina diventa allora una realtà possibile anche in aree prive di strutture sanitarie adeguate. L’istruzione a distanza offre accesso a risorse educative globali, mentre il commercio elettronico permette la partecipazione all’economia digitale anche da aree remote. In Paesi in via di sviluppo, questo può accelerare la crescita economica saltando alla grande la necessità di infrastrutture terrestri troppo costose.
Siamo ormai continuamente spettatori di disastri naturali che in pochi minuti distruggono le nostre infrastrutture di comunicazione. Starlink può oggi fornire connettività d’emergenza immediata. E questo è già stato dimostrato in vari scenari come nelle zone colpite da uragani negli Stati Uniti, in Ucraina durante il conflitto con la Russia, e nelle aree remote dopo terremoti. La possibilità di ripristinare rapidamente le comunicazioni è fondamentale per coordinare i soccorsi in maniera efficace.
Obiettivi innovativi e piccoli crucci satellitari
Le installazioni scientifiche in località remote, come le stazioni di ricerca in Antartide, ci danno largamente l’idea dei benefici legati alle connessioni e all’alta velocità per poter trasmettere i dati raccolti dagli strumenti di misurazione. Anche le stazioni meteorologiche automatiche e altri sensori ambientali distribuiti in aree remote possono già passare a Starlink per la trasmissione in tempo reale. L’imperativo è naturalmente quello di migliorare la nostra capacità di monitoraggio ambientale, su scala globale.
Sì è vero ci sono anche i contro in questa corsa alla globalizzazione tecnologica.I satelliti della creatura di Elon Musk, riflettono la luce solare e possono interferire con le osservazioni astronomiche. Si parla qui di inquinamento luminoso che va a disturbare la ricerca scientifica basata sull’osservazione del cielo notturno. SpaceX sta lavorando per ridurre questa visibilità con rivestimenti scuri e visiere parasole. L’affollamento orbitale rappresenta poi ancora un altro problema, poiché con migliaia di satelliti previsti (potenzialmente fino a 42.000 a lungo termine), aumenta il rischio di collisioni che potrebbero generare detriti spaziali pericolosi. SpaceX ha pensato anche a questo, introducendo sistemi autonomi di evitamento collisioni e progettato i satelliti per bruciare completamente al rientro in atmosfera.