Che l’arte fosse cambiata, è risaputo ormai da tempo, ma che gli NFT potessero insegnarci qualcosa risulta essere una gradita sorpresa. La cessione dei diritti d’autore per la dimensione dei Non Fungible Token (NFT) non è assolutamente un argomento da trattare, per il semplice fatto che non esiste. Non c’è. Bello vero?
Diritti d’autore e NFT
“Per molti anni ho firmato contratti con editori (altri non li ho voluti nemmeno leggere) che cercavano il modo di ottenere, senza darmi nulla in cambio, la cessione dei diritti delle mie piccole creazioni. Senza però che questo portasse giovamento a quelli che erano i miei sogni di creativo, ma solo togliendomi la linfa che mi aveva supportato e nutrito durante tutto il lavoro”.
Ecco, immaginate di ascoltare, con tono mesto e a tratti lacrimevole lo sconfortante racconto di un artista (un pittore, scultore, cantante, compositore, creatore di cerini di platino…), di fronte ad una realtà difficilmente modificabile.
I Token Non Fungibili che annullano gli intermediari
Gli NFT hanno rivoluzionato il rapporto tra creatore (artista) e spettatore (fruitore finale) e senza passare da nessun intermediario, abolendo e tagliando definitivamente questo particolare. Ecco, accade semplicemente questo: l’autore genera un’opera digitale nel metaverso (NFT) e chi decide di diventarne il proprietario acquista una copia perfetta, registrata e algoritmicamente unica. Non ha importanza il numero limitato (perché capita così dalle parti delle opere digitali) che l’autore deciderà di sfornare, quello che più desta l’interesse è proprio l’inesistenza della cessione dei diritti. Gli NFT senza la blockchain non vanno però proprio da nessuna parte. Attualmente quella più utilizzata è Ethereum, perché le basi delle sue caratteristiche sono le migliori. Sarà quindi molto più semplice, veloce e sicuro, creare un’opera grazie allo standard token ERC721 e al token ERC1155.
Una nuova prospettiva nel metaverso
Comprendere l’importanza di questa nuova visione dell’arte e dei contenuti artistici in generale, vuol dire confrontarsi con una modalità diversa di percezione dell’arte. Il contatto immersivo, nel caso in cui si usufruisca dell’azione di un’opera digitale acquistata all’interno del metaverso, sarà unico nel suo genere. Le possibilità sono quindi infinite. Per quegli artisti che hanno deciso di improntare la loro opera sulla doppia dimensione virtuale, il collezionista diventerà un punto di riferimento. Questo perché il collegamento senza ponti, che potremmo definire quasi burocratici, di intermediari, crea un rapporto diretto ed esclusivo tra le parti.
Avere un NFT non solo è una conquista di conoscenza, ma è soprattutto una possibilità che diamo alla nostra mente di nuova espansione.
Sul loro inquinamento ci sarebbe da scrivere interi volumi, proprio perché non è così semplice dimostrare quello che per certi aspetti assomiglia solo ad un iniziale allarmismo. Si può fare arte nel metaverso anche attraverso strade ecosostenibili che fanno la differenza. L’importante è sempre generare la qualità. Tutto il resto “è noia”.