• 23 November 2024
Alessandro Nones

Non è la prima volta che intervisto Alessandro Nones. E non è la prima volta che mi apre la testa su quelle che sono le funzionalità legate al mondo immersivo collegato alla Realtà Virtuale. Abbiamo parlato di 3D Frame, la sua ultima creazione.

Da Webex alla nuova interazione

Siamo abituati a connetterci e ad interagire su di un piano prettamente bidimensionale. Il 2D è la fascia di attenzione mentale alla quale siamo più consoni. Ora che iniziano a farsi sempre più forti le voci che reclamano l’attenzione per l’innovativo debutto del Metaverso, tutto sembra prendere nuova forma. Di Alessandro conosco la genialità e la capacità di portare a casa progetti molto importanti. La sua collaborazione con il team di Vection Technologies, è una sicurezza nell’evoluzione strutturale di moltissimi applicativi. 3D Frame è uno di questi. E’ vero parliamo di un grado alto di immersività, ma non è questa la linea da tenere in considerazione. “3D Frame è qualcosa di molto diverso. E l’unicità di questo applicativo sta proprio nella possibilità doppia di essere presenti in call sia da PC che da visore con uno stacco basico che vede il passaggio da modalità 2D ad una 3D di altissima qualità”, mi dice Alessandro.

Unicità di un’idea

Sappiamo che su Webex corrono circa trecento app e tutte con caratteristiche simili. Posso dire, dopo aver provato più volte questa innovativa modalità di comunicazione, che la funzionalità porta a tutt’altra strada. Obiettivo del progetto già sviluppato e attivo, è quello di poter creare un multiverso partendo da zero e senza avere grandi competenze. Un utente che accede attraverso la chat in collegamento può comodamente da casa o dal proprio PC in ufficio decidere se entrare in modalità bidimensionale, o in totale status immersivo tridimensionale. 3D Frame si presta perfettamente all’elaborazione di una vera e propria dimensione di brainstorming o meeting con l’aggiunta di una serie di animazioni e contenuti che fanno la differenza di qualunque tipo di presentazione professionale. “Possiamo dire che si tratta del Power Point del futuro”, aggiunge Nones. “Ecco diciamo che questa è una delle prerogative di sviluppo del nostro progetto. Dico nostro perché la paternità è da attribuire non soltanto a me ma anche a Natale Fietta. Nasce comunque tutto dall’elaborazione e dalla sincronia di un team. A questo progetto hanno lavorato davvero tante persone”.

Skills e Metaverso

Quando gli chiedo come sia organizzata la dinamica che permette di interagire attraverso la creazione di vere e proprie animazioni, Nones mi spiega tutto. “Questo è un focus importante da illustrare. In 3D Frame tutto può animarsi. E non basta caricare solo un modello. Il sistema di creazione che funziona in modalità di registrazione permette di creare dei veri e propri snapshot. Quello su cui vorrei insistere e che per noi di Vection Technologies è molto importante, riguarda proprio l’identificazione dell’applicativo stesso. 3D Frame non è un applicativo che serve unicamente per incontrarsi durante un tranquillo meeting. No. Al contrario si presenta come un’opportunità di presentazione professionale di contenuti ad altissimo impatto emotivo”.

Se invece gli domando qualcosa sullo sviluppo attuale del Metaverso, non tralascia nulla e come sempre (sua dote) dice con grande serenità tutto quello che pensa. “Io non credo molto nell’attuale Metaverso. Conosco la modalità di visione attraverso un device e so quanto sia faticoso dopo un po’ continuare a tenerlo indossato. Ad oggi quello che abbiamo sono molte progettazioni inerenti a nuovi device sempre più leggerei ma poco pratici e non ancora disponibili sul mercato per tutti. Sono sicuro però che appena avremo la possibilità di usufruire in modalità streaming del mondo virtuale con device molto più semplici nella loro fascia di tenuta temporale, allora le cose cambieranno. Un giorno avremo molteplici modi di presentare un progetto o un prodotto, ma quello di cui dovremo sempre tener conto è soprattutto una cosa, e cioè il riscontro empatico. Quello che penso è che se ti emozioni allora lo ricordi. Ed è quello che c’è alla base del nostro lavoro, sempre”.

3D Frame e la nuova comunicazione

Credo che soltanto gli sviluppatori possano avere una chiara e netta visione di quelle che sono le dinamiche di sviluppo dell’era della tridimensionalità. Abbiamo tutte le migliori intenzioni per creare funzionalità e applicativi che possano migliorare il nostro grado di comunicazione professionale. Conosciamo la parte del gaming legata a questa dimensione e sappiamo quanto sia importante per avvicinare il pubblico degli utenti globale. 3D Frame si pone come un esempio perfetto di un miglioramento strutturale dell’interazione a distanza su piano professionale. Poter avere la possibilità di mostrare un proprio prodotto in maniera tale da renderlo “presente e vivo” all’interno di un tavolo di confronto e con possibilità di passaggio veloce da una dimensione all’altra, credo non abbia attualmente altro confronto. E’ solo una strada positiva sulla quale costruire una differente progettualità anche di contatto e confronto diretto. E come dice il caro Nones, è dalla parte emotiva del nostro emisfero cerebrale che dovrebbero partire i migliori start per il futuro della comunicazione interattiva.

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