• 18 October 2024
AI

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La discussione diffusa sull’Intelligenza Artificiale (AI) in quasi tutti i settori non è avvenuta da un giorno all’altro. È passato molto tempo.

Metaverso e AI

I casi d’uso tangibili hanno convalidato l’importanza della tecnologia sia per le imprese commerciali che per le organizzazioni governative. Man mano che l’adozione continua ad aumentare, le domande che circondano i confini etici di questa tecnologia non fanno che aumentare. Con l’avvento del Metaverso, che utilizza la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale come i media sintetici o artificiali per guidare gli impegni immersivi in mondi digitali e decentralizzati, l’uso etico diventerà un importante punto di discussione sia per i marchi che per gli utenti.

Proteggere i consumatori e i proprietari di contenuti

Attualmente, il Metaverso è un mondo senza confini e libero. In questo momento, dipende fortemente dall’autoregolamentazione. Ciò significa che gli utenti decidono individualmente quali livelli di trasparenza, verifica IP e sicurezza sono accettabili. Alcuni si preoccuperanno di questo e preferiranno la verifica e l’autenticità aziendali o di terze parti come il segno di spunta blu implementato da Twitter e Instagram. Proprio come nel passato, arriverà sicuramente una pratica normativa ufficiale. Come le normative applicate nell’era del Web 2.0 che hanno inaugurato nuove divulgazioni e termini che gli utenti accettano quando utilizzano una piattaforma Internet come YouTube o Google. 

Con l’avvento del Web3, dovrà essere sviluppata la prossima iterazione delle protezioni dei consumatori. Dato che quasi chiunque può essere un creatore di contenuti, le protezioni dovrebbero estendersi anche ai proprietari di IP. Piuttosto che reinventare completamente tutto il processo, l’approccio più semplice sarà quello di  semplicemente estendere ed evolvere gli attuali processi di verifica al Metaverso. Per i creatori di contenuti di YouTube, ad esempio, ci sono requisiti che devono essere soddisfatti per verificare un account e acquisire un badge di verifica. Processi simili potrebbero stabilire un modo per gli utenti di sapere quali contenuti sono legittimi, inclusi i media sintetici verificati, rispetto ai falsi. 

I media sintetici come esempio

Di cosa stiamo parlando? È una vera e propria manipolazione, che trasforma il vero in falso, in modo assolutamente verosimile. E’ una tecnologia di intelligenza artificiale, il machine learning, che consente di sostituire i volti di una persona e di manipolare video facendo dire a chiunque quello che si vuole, lavorando sulla voce e sincronizzando il labiale.

Tutto è iniziato nel 2017 col porno, dove alcune star di Hollywood si sono ritrovate in video virali molto hot a loro insaputa e da lì si è poi passati velocemente alla politica. Visi e voci molto reali che solo col lavoro di giornalisti che hanno smascherato la menzogna, la contraffazione. Si è arrivati a capire cosa stesse succedendo in molti casi. Però intanto l’opinione pubblica è stata condizionata e disorientata. Sono nati dei veri e propri team per smascherare il falso in una battaglia di colpi di AI e algoritmi.

Abbiamo già assistito all’abuso della tecnologia AI con video deepfake e truffatori di telefonate che usano voci sintetiche per imitare le persone che hanno un’autorità o sono di grande notorietà. Ecco perché i legislatori e i difensori dei diritti dei consumatori sono preoccupati. Con l’esperienza immersiva del Metaverso, molti sono preoccupati che questo agirà come un altro canale per perpetuare la disinformazione o i contenuti fraudolenti creati sinteticamente. Pertanto, dovremmo chiederci: in che modo i leader nello spazio AI possono aiutare a proteggere sia il consumatore che i proprietari di contenuti?

Il futuro del giornalismo

Dobbiamo sempre pensare che la tecnologia ha lati sia positivi che negativi. Con l’esempio dei media sintetici abbiamo esplorato un suo aspetto negativo. Per restare in ambito giornalistico, abbiamo però numerosi esempi in cui il lavoro dell’uomo è contaminato positivamente dalle macchine. La BBC, ad esempio, grazie a un software di AI di nome Sythesia presenta le news del giornalista in più lingue contemporaneamente, lingue a lui sconosciute e da lui replicate col labiale.

In Cina e Giappone esistono già giornalisti “virtuali” o “sintetici” ovvero una replica digitale uguale in tutto e per tutto allo stesso anchor man. O ancora: la televisione coreana ha creato una conduttrice, realizzata con intelligenza artificiale, in grado di leggere le news senza interruzione h 24, sette giorni su sette. La copia “sintetica” è pressoché identica al suo modello umano sia per aspetto fisico, sia per sfumature e tono di voce.

Etica e AI

Per fare la nostra parte appoggiando una AI etica e di valore, possiamo unirci agli organi di governo e ai gruppi di lavoro del settore. Inoltre, come sostenitori del bene che l’IA può portare alla società, è importante continuare a fare tutto ciò di cui abbiamo bisogno per andare oltre la protezione della proprietà intellettuale e l’integrità dei gruppi di contenuti. Ci si deve proteggere dall’appropriazione indebita dei marchi e dall’uso non autorizzato delle sembianze digitali, come ad esempio con avatar e voci sintetiche. 

Quando si creano contenuti con la tecnologia AI, è sempre necessario utilizzare un disclaimer, in modo che il pubblico abbia piena trasparenza durante l’interazione. Inoltre, il consenso dovrebbe sempre far parte del processo quando si replica la somiglianza di un talento. Limitare l’accesso solo agli utenti approvati per la tecnologia può aiutare a garantire che i malintenzionati non la utilizzino per scopi dannosi. 

Conclusione

Una maggiore verifica è un punto di partenza per aiutarci a spingerci verso un’esperienza più sicura per tutti nel Metaverso, dove l’IA prospererà. Mentre ci saranno sempre cattivi attori, le piattaforme che cresceranno più velocemente manterranno una parvenza di ordine per ridurre in modo proattivo l’uso improprio dei contenuti protetti. La tecnologia ha i suoi pro e contro: tutto dipende da come viene utilizzata, e dalla trasparenza dei processi rispetto all’opinione pubblica.

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